C’è sempre di mezzo la Costante K

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Cortese Redazione,

__vi ringrazio, innanzitutto, per l’attenzione che mi presterete con riferimento a quanto accaduto ad una società (municipalizzata) che, a distanza di oltre tre anni si è vista recapitare, per conoscenza, da Enel Distribuzione una richiesta di conguagli per svariate decine di migliaia di euro a causa di errata valorizzazione della costante di trasformazione K (triennio luglio 2011 - luglio 2014).
La predetta richiesta veniva avanzata alle società che, nel triennio, hanno fornito energia elettrica. A seguito di ricerche sull’argomento, ho avuto modo di leggere e apprezzare l’articolo a firma del dottor Massimo Protti dal titolo
Costante K ed errori di trasformazione: l’annoso problema dei conguagli, pubblicato sul numero 4|2012 di Nuova Energia.

Giustamente, il dottor Protti riteneva tale questione annosa e insostenibile, e tale da far sorgere molte domande sulla
possibilità, che alcuni operatori hanno, di poter scaricare tutti i costi generati dagli errori da loro stessi commessi su altri soggetti della filiera.
Inoltre, evidenziava che tale situazione di disagio era stata segnalata
anche all’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas, chiedendo di rivedere le attuali procedure di gestione degli errori di misura.

Vi sarei grato se mi potrete informare su eventuali decisioni nel frattempo adottate dagli organi competenti.
La società municipalizzata, in piena buona fede (i consumi nel triennio per cui si chiedono conguagli erano perfettamente in linea con quelli precedenti e, pertanto, non avrebbe potuto accorgersi di alcuna stranezza), nel triennio sopra indicato ha applicato ai propri clienti tariffe che ora si rivelano incongrue, con perdite economiche praticamente pari ai conguagli richiesti e con il rischio di dover paralizzare l’obiettivo di migliorare la produttività.
Concludo segnalando che Enel Distribuzione, ad oggi, non ha mostrato alcun interesse alla vicenda, rifiutando la proposta di addivenire ad un componimento bonario della controversia.

Resto in attesa di cortese riscontro e vi ringrazio nuovamente per la disponibilità.
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Carlo Amoruso, avvocato



La questione, come già detto nell’articolo, è sicuramente un caso lampante di abuso di posizione dominante: chi sbaglia è supertutelato, addirittura su due livelli; chi invece subisce lo sbaglio è vessato. Entrando nel merito della specifica richiesta di Amoruso, vorrei fare una precisazione. Quando mi riferisco ai due livelli di supertutela, intendo che il distributore è protetto in primis dal grossista e poi dal cliente finale. Infatti il primo a doversi fare carico dell’inefficienza del distributore è il grossista, che avendo di fatto una contabilità costantemente aperta con lo stesso deve fare subito fronte alla richiesta di pagamento e poi rivalersi sul cliente finale, spesso dopo un contenzioso.

Nel mio articolo, ovviamente mi lamentavo come grossista. Infatti è assolutamente ingiusto che noi che siamo solo dei passacarte siamo caricati del rischio default del cliente finale, oltre al tema dell’immagine. Infatti quando andiamo a battere cassa dal cliente finale, per un’inefficienza non nostra, lo stesso ci accomuna col distributore, si arrabbia con noi, rischiando anche di rovinare un rapporto commerciale (se poi non si finisce in tribunale...).
Tornando al tema default, se infatti nei famosi - e aggiungerei immorali - tre anni di tempo che il distributore ha per accorgersi dei propri errori, il cliente finale andasse in default, sarebbe il grossista a pagare per poi accollarsi la perdita, oltre ai costi legali per seguire concordato o fallimento.

Aggiungo che esimi studi legali ci hanno confortato dicendo che qualora si verificasse un caso di questo tipo, se il grossista portasse in tribunale il distributore chiedendo il rimborso della perdita le possibilità di vincere sarebbero altissime. Ma queste sempre dopo una causa pluriennale.
Rispondendo ad Amoruso, posso affermare che per ora, nonostante i grossisti stiano portando avanti una battaglia per modificare queste regole distorte, nulla è cambiato. Qualora dovessero anche ottenere soddisfazione, questo non significherebbe automaticamente un risvolto positivo anche per il cliente finale. Infatti oggi noi stiamo chiedendo di essere esonerati dalla solidarietà col cliente finale e se questo fosse ottenuto, risolverebbe sicuramente il problema del grossista, ma non quello del cliente finale e delle brutte sorprese recapitate tre anni dopo per colpe non sue.

Massimo Protti, Presidente Axopower

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