Rinnovabili in Arabia? Anche la sciura Maria se ne farà una ragione…
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di Carlo Andrea Bollino




Che l’Arabia Saudita abbia deciso di investire nelle fonti rinnovabili non sorprenderà gli addetti ai lavori, ma potrebbe a prima vista suscitare nella sciura Maria il legittimo interrogativo: ma se ci dicono che le fonti rinnovabili sono più costose del petrolio, perché allora loro che hanno petrolio a volontà, le vogliono usare?
In effetti, è recentissima la notizia che il KACST (King Abdulaziz City for Science and Technology) ha firmato un accordo a fine gennaio con la AWTC (Advanced Water Technology Company) per la progettazione e realizzazione di un impianto di desalinizzazione a Khafji della dimensione di 60.000 metri cubi al giorno a tecnologia Reverse Osmosis e di un impianto di 20 MW di fotovoltaico.



Meno noto forse è il fatto che per ora il più grande impianto fotovoltaico funzionante in Arabia Saudita si trova al KAPSARC (King Abdullah Petroleoum Studies and Research Center) a Riyhad, il prestigioso Centro di Ricerca Economica finanziato dall’ARAMCO. Certo, di questi impianti se ne parla in Arabia Saudita da tempo, ma è particolarmente significativo che... [...]

©nuovaenergia

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