In mare o su strada, il gNL può muoversi con trasporto

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di Andrea Molocchi e Donatello Aspromonte | ECBA Project


Il 26 e 27 giugno scorso si è tenuto a Napoli il Green Shipping Summit, il convegno della Naples Shipping Week riguardante i temi dell’innovazione ambientale per il trasporto marittimo e i porti, che anche quest’anno ha dedicato buona parte della discussione ai temi del GNL e dell’efficienza energetica nel trasporto marittimo. Importante novità è la direttiva sulle infrastrutture per i combustibili alternativi nei trasporti, di prossima pubblicazione sulla GUCE (Gazzetta Ufficiale della Comunità Europea), che fissa precisi obblighi di sviluppo infrastrutturale per consentire gli investimenti in mezzi innovativi a GNL, sia nei trasporti marittimi sia terrestri, da assolvere in entrambi i casi entro il 2025. Un articolo introduttivo sulle diverse novità legislative è stato pubblicato sul numero 3|2014 di questa rivista.



Nell’interessante dibattito che ha caratterizzato la sessione conclusiva del Green Shipping Summit, sulle opzioni tecnologiche e di combustibile per il rispetto delle scadenze della normativa internazionale sulle emissioni in atmosfera delle navi, hanno ricevuto grande attenzione le dichiarazioni di perplessità sul GNL di Emanuele Grimaldi, presidente di Confitarma e amministratore delegato di uno dei maggiori gruppi armatoriali del settore Ro-Ro a livello mondiale: “Il GNL non è una soluzione immediata, soprattutto in Italia, dove manca un’offerta adeguata di questo combustibile”.
Come noto, Finnlines, la società del Gruppo Grimaldi che opera nel Baltico, ha recentemente scelto di puntare sull’opzione di desolforazione dei fumi (tecnologie Wärtsilä e Alfa Laval), per rispettare il nuovo limite dello 0,1 per cento di zolfo previsto a partire dal 1/1/2015 nelle aree di controllo delle emissioni, evitando di incorrere nei maggiori costi del Marine Gas Oil, il distillato petrolifero a basso tenore di zolfo.



È evidente che queste dichiarazioni e scelte riflettono la preoccupazione quotidiana degli armatori, di chi vive concretamente gli effetti di una normativa che scarica sugli utilizzatori l’arduo compito di trovare soluzioni pronte, ovvero tecnologicamente mature ed economicamente competitive, per ridurre i costi esterni ambientali dei trasporti, in un mercato delle green ship che è al contrario tutto da costruire, e il cui sviluppo richiede un ruolo forte della politica in fase di indirizzo e di approvazione degli opportuni strumenti di accompagnamento. In Italia va indubbiamente riconosciuta la pronta attivazione delle amministrazioni centrali, con la costituzione di un tavolo pubblico-privato che ha come obiettivo la pianificazione (e si spera anche l’ottimizzazione benefici-costi) degli interventi di sviluppo di una rete distributiva del GNL, anticipando i lunghi tempi previsti dall’iter di attuazione della nuova direttiva europea. [...].

©nuovaenergia

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