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Stufi di mamma ed ecologia. Il 22 ottobre di venti anni fa il Corriere della Sera pubblicava un articolo ispirato ai risultati di una ricerca Eurisko sulle future tendenze di una società sempre più contraddittoria. La sintesi del profilo dell’italiano tipo è tanto cruda quanto amaramente condivisibile: I fatti li preferiscono raccontati come telenovelas, sono sedotti dal linguaggio banale e gridato; anche la pubblicità appare fin troppo raffinata per essere apprezzata da chi è di bocca buona.
E poi c’è ancora chi si stupisce - a partire proprio da questa rubrica! - di come (anche) l’energia fosse trattata con sufficienza e con poca propensione all’approfondimento, al di là del mero dovere di cronaca.



In effetti, a tenere banco sui quotidiani è il dipanarsi degli eventi sul futuro dell’Enel (è di quei giorni la trovata poi rivelatasi tutt’altro che geniale di puntare tutto sulle tlc e di mettere in secondo piano l’energia) con la connessa spinosa questione del varo dell’Authority (non si dibatteva sul se, bensì sul come e con quali competenze), con qualche digressione anche sul fronte Eni (ci si domandava: pensando a dismissioni e liberalizzazione, perché non partire dal cane a sei zampe?).
L’approccio, come detto, è quello della cronaca vissuta giorno per giorno - e spesso contraddetta giorno dopo giorno - con un taglio marcatamente politico. A solo titolo di esempio... presentiamo tre titoli di articoli che hanno avuto l’onore dell’apertura tra i moltissimi pubblicati tra fine estate e inizio autunno. Enel, polo in tensione. Il progetto leghista di scindere la società elettrica in vista della privatizzazione spacca la maggioranza. Forza Italia e CCD contro Gnutti. Confindustria a sorpresa presenta un nuovo piano (Corriere della Sera, 15 settembre); Enel, fulmini sindacali. Si anima il dibattito politico. Minacce di sciopero (Corriere della Sera, 16 settembre); Buio fitto sul futuro dell’Enel. Ancora in alto mare la discussione tra i ministri su riassetto e privatizzazione dell’ex ente (Sole 24 Ore, 19 ottobre).



Certo non si trattava di questioni che potevano essere risolte in un paio di sedute del governo (lo stesso Sole 24 Ore ricordava che A Londra la cessione ha richiesto otto anni) o al di fuori dei Palazzi romani. Ma proprio per questa ragione e per la rilevanza della decisione, sarebbe stata gradita un poco di attenzione in più sulle questioni strategiche di politica energetica nazionale (cercando di non sbilanciare eccessivamente il peso dato a ciascuno dei due termini politica ed energetica). I rari, eventuali tentativi in questa direzione, a 20 anni di distanza, fanno quasi tenerezza: Per l’energia un pieno di carbone. Gnutti: lo scarso impiego del minerale aumenta i costi e limita la diversificazione delle fonti (Sole 24 Ore, 7 ottobre). L’appello al riequilibrio di un mix, così poco europeo, potrebbe essere riscritto tal quale sull’edizione di domani. [...]

©nuovaenergia

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