INFO@COMUNI - Più occupazione dal riciclaggio dei rifiuti urbani

30 settembre 2014 - INFO@COMUNI | NUOVA ENERGIA - Ambizioso traguardo per l’Unione europea: entro il 2020 la metà dei rifiuti urbani e domestici dovrà essere riutilizzato. Un’opportunità per l’Italia che potrebbe beneficiare di circa 90 mila addetti in più distribuiti lungo la filiera del settore. All’interno di questa, valutato in 6,2 miliardi il valore d’affari incrementale.


Quanto segue, probabilmente, non è di assoluto dominio pubblico ma vale la pena di esserne a conoscenza. L’Unione europea si è posta l’obiettivo di fissare al 50 per cento il riciclo dei rifiuti urbani e domestici. Interessante il traguardo temporale: il 2020. Questa data non è proprio dietro l’angolo ma quasi… considerando la complessità dell’operazione. Non c’è tempo da perdere e nonostante le eventuali difficoltà vale la pena di impegnarsi.
Per l’Italia sarebbe una buona opportunità, anzi un affare. Come? Lo illustra lo studio “Ricadute occupazionali ed economiche nello sviluppo della filiera del riciclo dei rifiuti urbani”, realizzato da Conai - Consorzio Nazionale Imballaggi - in collaborazione con Althesys. Si tratta di 90mila nuovi posti di lavoro. Un altro come: nello scenario più prudente riportato dalla ricerca, la filiera del riciclo (raccolta differenziata, trasporto, selezione e riciclo al netto dell'occupazione persa in altri settori, come per esempio le discariche) totalizzerebbe circa 76.400 addetti in più mentre quelli impegnati nella costruzioni di impianti (di selezione, compostaggio, riciclo intermedio e termovalorizzazione) si aggirerebbero sui 12.600. Ecco, quindi, il totale sopraccitato.
Da notare che gli effetti occupazionali si mostrano più consistenti al Centro e al Sud soprattutto nelle attività di raccolta differenziata essendo queste aree ancora in ritardo in questa tipologia di raccolta. Il Centro Nord, invece, beneficerebbe di un incremento occupazionale in considerazione del fatto che questa area registra la maggior densità di industrie del riciclo.
Per quanto riguarda il volume d'affari incrementale della filiera (raccolta differenziata, trasporto, selezione, produzione di semilavorati per il riciclo, compostaggio, termovalorizzazione) è stato valutato in circa 6,2 miliardi. Gli investimenti in infrastrutture (impianti di selezione, produzione di semilavorati per il riciclo, compostaggio e termovalorizzazione), toccherebbero circa 1,7 miliardi, con il valore aggiunto quantificato in circa 2,3 miliardi.
A questo punto, il 2020 è davvero dietro l’angolo e, dietro/prima dell’angolo molti nuovi posti di lavoro.


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