Liberalizzazione in declino? L’interrogativo è di troppo…
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di Giuseppe Gatti



Ricerca dell’efficienza da incoraggiare o elusione tariffaria da scoraggiare? La domanda è d’obbligo a fronte delle diverse e apparentemente contraddittorie indicazioni, che vengono da un lato dal fronte europeo e da un altro dall’AEEG in ordine alla generazione distribuita. Non più tardi del 22 maggio il Consiglio europeo ha raccomandato nelle sue conclusioni “il potenziamento del ruolo e dei diritti dei consumatori… anche per quanto riguarda una migliore gestione del consumo di energia e i sistemi di generazione propria di energia” e l’8 giugno il Consiglio Energia ha “sottolineato l’importanza della micro-generazione (e) del micro-storage”.


Al tempo stesso, con due documenti messi in consultazione il 2 e il 16 maggio, l’AEEG ha espresso i suoi orientamenti in ordine ai Sistemi Semplici di Produzione e Consumo (SSPC), che sostanzialmente configurano appunto la generazione distribuita. Si tratta di due documenti indubbiamente pregevoli, che esprimono un apprezzabile sforzo (quasi entomologico e lo dico senza ironia) nel classificare e sistematizzare le multiformi tipologie. Il segnale politico è però totalmente dissonante rispetto a quello che arriva dall’Europa, nel senso di privare di ogni prospettiva di sviluppo la micro-generazione e di confinare in una sorta di riserva indiana, senza possibilità di crescita e di ampliamento, la generazione distribuita su scala industriale come residenziale.


Le preoccupazioni che muovono l’AEEG sono fondate e comprensibili: di fronte al crescere continuo dei costi che confluiscono nei servizi di rete (trasmissione, distribuzione, dispacciamento, oneri generali, eccetera) il cui ammontare supera ormai nelle fatture delle famiglie e delle piccole e medie imprese i costi dell’energia, tutti stanno cercando di rifugiarsi nelle possibili aree di esenzione e questo può rendere conveniente anche soluzioni meno efficienti sotto il profilo dei costi di produzione. La conseguenza è duplice: da un lato gli oneri di sistema si scaricano su una base sempre più ristretta (soprattutto quanto a volumi) di consumatori, che pagano anche per gli esentati; da un altro la filiera elettrica riduce il suo grado di efficienza. [...].



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