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Ilva, TAV, antipolitica, crisi del mercato auto, smog, tangenti, carbone, green job… Erano queste le parole chiave (nell’era di internet diremmo: i tag) che animavano il dibattito sui quotidiani nell’inverno 1993. Dunque, anche l’aria che si respirava allora – a livello politico, economico, sociale, giudiziario – era piuttosto pesante.

L’unica differenza – potrebbero dire i maligni – è che il conto di tutto ciò era presentato agli Italiani in miliardi di lire e non in euro... Capitolo crisi. Federmeccanica vede un anno nero (Sole 24 Ore, 8 febbraio) e denuncia la perdita di 100 mila posti di lavoro. Il giornale di Confindustria ironizza sulle soluzioni proposte dagli ambientalisti (Legambiente sogna lavoro verde per 350 mila) e l’articolo manda fuori dai gangheri Ermete Realacci che a distanza di pochi giorni, sempre sul Sole, rivendica le enormi potenzialità dei green job. Il mercato dell’auto è in testacoda: General Motors in rosso per 23,5 miliardi di dollari (Sole 24 Ore, 3 febbraio); Gennaio nero per le vendite di auto. In Francia e Germania il ’93 è iniziato ancora peggio (Sole 24 Ore, 5 febbraio).

In Italia infuria il dibattito sul “caso acciaio”. Quei privati intorno all’Ilva. Ultimi dettagli per il piano di ristrutturazione della siderurgia italiana (Corriere della Sera, 19 gennaio); L’acciaio di Stato presenta il conto: per il risanamento 4 mila miliardi (Sole 24 Ore, 23 gennaio); Nakamura: “Salverò l’Ilva in due anni cercando finanziamenti anche a Tokio”. Ma il risanamento sarà a carico del contribuente (Sole 24 Ore, 2 febbraio); Nell’altoforno bruciati 30 mila miliardi. Dal 1975 la siderurgia pubblica ha provocato continue perdite culminate con il naufragio Ilva (Sole 24 Ore, 9 febbraio); Ilva, il risanamento tradito (Sole 24 Ore, 11 febbraio). Per pudore, non certo per mancanza di materia prima, esauriamo qui la rassegna stampa.

Qualcuno si accorge pure che le miniere italiane di carbone sono di fatto un buco nero. Nei pozzi carboniferi del Sulcis lo stato ha gettato 500 miliardi. Dopo i maxipiani di sviluppo Enel ed Eni hanno fatto dietrofront (Sole 24 Ore, 3 febbraio).

Altra questione calda: la TAV (allora la Milano-Torino). Pininfarina spinge per una scelta nazionale delle imprese che dovranno costruire l’opera. Commovente la motivazione: “Per evitare ritardi nelle opere il Governo dovrebbe accelerare il via libera alle aziende italiane” (Sole 24 Ore, 12 febbraio); Pininfarina: “Sulla Milano-Torino la gara internazionale è un errore (Sole 24 Ore, 18 gennaio); Per l’Alta velocità ostruzionismo ambientale. Le FS denunciano un costo giornaliero di cinque miliardi per interessi (Sole 24 Ore, 3 febbraio). E poi c’è ancora chi afferma che la storia è maestra di vita.

Merita una segnalazione anche un altro parallelo tra ieri e oggi; ma questa è solo una nota di colore (o forse no). Montepaschi: i magistrati allargano le indagini sulle operazioni eseguite dai banchieri senesi (Sole 24 Ore, 5 febbraio).

L’allarme rifiuti resta alto (non solo nell’area metropolitana milanese). È una questione di monnezza, ma anche di moneta. Roma: braccio di ferro sulla spazzatura. Il comune scopre 26.000 evasori mentre il cittadino reclama invano (Corriere della Sera, 10 febbraio) Un po’ di energia, per favore! Ok, ma senza attendersi grandi notizie… Anche in questo caso è la solita Italia.

A partire dal tema nucleare che nel presente (di allora) rappresenta solo un costo, ma ci si illude che già domani possa tornare alla grande! Gli indennizzi per il no al nucleare sostengono i profitti di Ansaldo. Negli ultimi due anni incassati quasi 900 miliardi (Sole 24 Ore, 18 febbraio); Enea lancia la grande corsa alle centrali nucleari sicure (Sole 24 Ore, 3 gennaio).
Per continuare con l’anomalia delle bollette italiane che penalizza le nostre imprese nella competizione internazionale: L’italiano paga di più e riceve meno. Deludente il confronto europeo sulle tariffe. Piangono le aziende. Famiglie avvantaggiate, industrie medio-piccole tartassate (Sole 24 Ore, 1 febbraio).

L’inquinamento continua a tenere banco (di nebbia). Riecco lo smog, Roma e Firenze vanno a piedi (Corriere della Sera, 9 gennaio); Stop da smog anche a Milano. Traffico bloccato nella metropoli (Corriere della Sera, 11 gennaio); Il ministro: ora pensiamo agli investimenti per combattere il traffico (Corriere della Sera, 12 gennaio); A Milano tregua dello smog e Firenze ritorna a piedi (Sole 24 Ore, 9 febbraio). Soluzioni, a parte la non soluzione delle targhe alterne o delle domeniche a piedi? Carlo Ripa di Meana non ha dubbi. “Tasse e bus elettrici contro lo smog: i divieti non bastano, abbiamo 8 anni per la terapia d’urto” (Corriere della Sera, 15 gennaio). L’urto c’è stato, la cura un po’ meno… visto che, 20 anni dopo questo proclama, nelle flotte di autobus urbani italiani l’elettrico rappresenta solo il 9 per cento. Mentre Euro 1 ed Euro 0 sono più del doppio!
D’altra parte l’auspicio di Ripa di Meana era già stato raffreddato in quel lontano 1993: Veicoli elettrici: tempi lunghi per la produzione su larga scala (Sole 24 Ore, 19 gennaio). Il petrolio sembra essere l’ultimo dei problemi, almeno a livello di consumi – L’Opec taglierà un milione di barili (Sole 24 Ore, 14 febbraio) – mentre scoppia la polemica sulle petroliere per il disastro delle Shetland.

Disastro nel mare del Nord. Petroliera si schianta, il greggio arriva fino alle coste. Una marea nera aggredisce le Shetland. Petroliera liberiana con le stive cariche di 85 mila tonnellate di greggio va in avaria e finisce sulle coste dell’arcipelago (Corriere della sera, 6 gennaio); Strage nera nelle Shetland; Trappola nera per l’Eden del Nord. Anche l’Italia rischia una catastrofe sulla rotta delle Bocche di Bonifacio (Corriere della Sera, 7 gennaio); Dall’Olanda la speranza per le Shetland. La colpa? Navi vecchie, equipaggi improvvisati (Corriere della Sera, 8 gennaio); Viaggio nella baia della morte nera. Spezzata in due la carcassa della petroliera al largo delle isole Shetland mentre il maltempo continua a ostacolare i soccorsi (Corriere della Sera, 9 gennaio).

L’onda lunga dell’incidente investe anche le coste italiane; e come sempre non mancano le polemiche. Ormai sui mari è allarme nero. Il Mediterraneo guida la mappa delle aree a rischio mentre l’Europa accusa pesanti ritardi normativi. Tante “carrette” ancora in attività (Sole 24 Ore, 14 gennaio); Il Governo esclude Venezia dalle rotte delle petroliere (Sole 24 ore, 27 gennaio); Petroliere via dalla laguna e Venezia si spacca in due: tra le due anime della città è guerra su uno scalo che vanta un’alta redditività ma che rischia di compromettere l’ecosistema. Il terminal di Trieste pronto al superlavoro (Sole 24 Ore, 28 gennaio). Un solo (timido) articolo cerca di volgere lo sguardo anche su una possibile opportunità per il Made in Italy: Realizzata dalla D’Alesio di Livorno la prima cisterna italiana supersicura (Sole 24 ore, 27 gennaio).

Intanto in Italia imperversa la tempesta sui partiti (ma non solo) per la questione tangentopoli. Inevitabilmente ne resta condizionata anche l’attività di alcuni dei big dell’energia: AEM, Enel ed Eni fanno la loro comparsa sulle pagine “in primo piano”, “politica”, “cronaca”, scomparendo di fatto da quelle dedicate alla politica energetica del Paese, all’economia, al dibattito sul mix energetico. A latere delle inchieste giudiziarie, il dibattito si accende sul sistema di finanziamento ai partiti, sulle possibili conseguenze di una deriva nell’antipolitica (Scalfaro: non uccidiamo i partiti. Se uccidiamo i partiti colpiamo a morte la democrazia - Corriere della Sera, 2 gennaio), sul rischio economico (cedono la lira, le azioni, i titoli di Stato) causato dalla instabilità di governo, addirittura su una possibile amnistia per Tangentopoli. Impossibile fare la rassegna stampa di temi che monopolizzavano, ogni giorno, le prime enne pagine dei quotidiani.

Naturalmente si parla anche di riforma della legge elettorale (Corriere della Sera, 3 gennaio) ma su questo fatto, per decenza, è meglio sorvolare. Il ruolo dell’agitatore delle masse, di cui oggi è titolare un illustre genovese, era detenuto di diritto dal leader del Carroccio, addirittura finito sotto inchiesta per aver incitato assieme a Miglio alla rivolta fiscale (Corriere della Sera, 16 gennaio).

Ancora un pizzico di energia, per favore, per non chiudere con troppi mal di pancia… magari con un sorriso. Lo strappa un articolone a tutta pagina pubblicato dal Corriere della Sera il 3 gennaio (Armatevi di qualità e di bioetanolo) in cui un pool di esperti assicura che la sopravvivenza dell’agricoltura italiana è legata alle produzioni DOC e a quelle per fini non alimentari, soprattutto nel campo dell’energia. Era il 1993 e oggi siamo ancora qui a parlare del possibile contrasto tra colture food e no food e all’esigenza di promuovere (finalmente) la filiera bioenergetica in Italia. Ne riparliamo nel 2023.