INFO@COMUNI - È arrivato il momento di fare le bucce… alla bioeconomy

28 febbraio 2013 - INFO@COMUNI | NUOVA ENERGIA - Ogni anno nel nostro Paese si producono 12 milioni di scarti agroindustriali: bucce di pomodoro, agrumi spremuti, olive macerate, vinacce. Con avanzate tecnologie è possibile ottenere molecole da utilizzare nella preparazione di farmaci e cosmetici. Lo sviluppo del settore offrirebbe, oltre ai vantaggi ambientali del recupero, interessanti “ritorni” per gli imprenditori.

La strada dei rifiuti è ricca di sorprese. Sgombriamo il campo da eventuali equivoci. Non si allude alle montagne di rifiuti abbandonati o non raccolti. In questo caso, sarebbe una sorpresa non vederne assolutamente traccia (per sempre) in alcune parti del nostro Paese.
Stavolta, invece, si parla e si scrive di rifiuti che riservano sorprese ancor più belle perché inaspettate. D’altro canto, il mondo dei rifiuti ci riserva da tempo metamorfosi davvero sorprendenti. Chi l’avrebbe mai detto e visto fino a pochi anni fa che dalle lattine riciclate uscisse una bicicletta o dalle bottiglie di plastica una coperta in pile?
Se i rifiuti avessero la facoltà di esprimersi, probabilmente ringrazierebbero l’uomo per aver dato a loro una dignità d’uso altrimenti persa o dispersa in una discarica. L’uomo dovrebbe rispettare i rifiuti trattandoli con intelligenza e si potrebbe dire anche con affetto. Un affetto reciproco, quindi, ed intelligentemente interessato poiché noi ne traiamo un vantaggio pratico ed ambientale (quale dei due è più importante…? O è la stessa cosa …?).
Storie di ordinaria quotidianità e di lunghe convivenze con oggetti e materia pronti a trascorrere una nuova vita all’insegna di quella moderna metamorfosi che si chiama recupero-riciclo. Questa pratica che coinvolge tecnologia e sensibilità civica porta a risultati sorprendenti e, come sempre, connotati da concreta utilità. Tanti gli esempi che, di volta in volta, generano stupore al loro annuncio e ancor più alla loro diffusione nella vita di tutti. La scelta, e se ne potrà sapere di più alla terza edizione di Food Bioenergy nell'ambito di Bioenergy Italy a Cremona fino al 2 marzo, cade ora tra i 12 milioni di tonnellate di scarti agroindustriali che ogni anno si producono in Italia. Un tesoro formato da gioielli dal nome semplice e già sfruttato: bucce di pomodoro, agrumi spremuti, olive macerate, vinacce ed altri scarti. Un tesoro che si appresta con l’innovazione tecnologica a diventare molecole utili per realizzare farmaci e cosmetici.
Questa è l’ennesima sorpresa che ci riservano i rifiuti. Anche quando li chiamiamo sottoprodotti. Chiamiamola, anche, bioeconomy poiché, in questo caso, la sorpresa è doppia: da un chilo ottenuto dagli scarti si possono teoricamente ricavare anche dei significativi ritorni economici legati al valore delle molecole per uso scientifico, farmaceutico, cosmetico e alimentare ottenute da questa materia prima debitamente trattata.


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