Anche se mancano pochi mesi alla completa liberalizzazione... tutto tace |
di Giuseppe Gatti Sino ad oggi infatti le tariffe fissate dall’Autorità per un mercato che nel segmento industriale è ormai pressoché inesistente hanno continuato a guidare anche il mercato libero. I clienti continuano a ragionare in termini di sconto sul vincolato e la pigrizia (e la convenienza) dei grossisti poco ha fatto per modificare mentalità e parametri di calcolo. Tutti gli addetti ai lavori sanno che ormai le tariffe del vincolato, basate su un profilo di prelievo proprio delle utenze domestiche e delle partite IVA professionali, degli esercizi commerciali, dei servizi e del piccolo artigianato, poco hanno a che vedere con i costi di fornitura delle utenze industriali e del grande terziario che alimentano il mercato libero, ma questa consapevolezza non è divenuta cultura diffusa e non informa le scelte dei clienti finali. Si aggiunga
Se il ministero per lo Sviluppo economico da un lato e l’Autorità da un altro non si danno una mossa e non sciolgono i molti nodi ancora intrecciati, al 1 luglio non succederà nulla sul mercato, ma in compenso la situazione si farà ancora più confusa. Intanto cosa capiterà ai consumatori che non avranno optato per il mercato libero (e saranno la stragrande maggioranza)? Immaginiamo che continueranno ad essere forniti, come oggi, dall’AU tramite i distributori, cioè continueranno erroneamente a credere di essere alimentati da Enel Distribuzione e dalle ex-municipalizzate e sin qui nulla di particolarmente grave. Continuerà però ad esistere una tariffa, magari camuffata, come è nel gas, sotto le spoglie di un prezzo di riferimento posto dall’Autorità? E continuerà questa tariffa a coprire i costi, quali che siano, di un AU che non ha vincoli di bilancio perché tanto le sue perdite sono coperte a piè di lista dalle tariffe? E chi esce o è uscito dal vincolato, potrà rientrarvi a proprio piacimento? Non continuiamo con il gioco degli in-terrogativi. Constatiamo che un Libro Bianco sulle modalità di passaggio alla nuova realtà, sui problemi che si presentano, sui pro e sui contro delle varie soluzioni, non è in corso di stampa, come sarebbe in un qualunque Paese normale (o civile?), e che ancora una volta dovremo aspettare l’ultimo momento, quando sotto l’urgenza dei fatti una qualche soluzione bisognerà pure trovarla. Che poi sia la migliore è improbabile, ma a quel punto l’importante sarà aver rispettato una scadenza che ci è stata imposta da Bruxelles. Perché, fosse stato per noi, questo tormento ce lo saremmo evitato e pazienza se la liberalizzazione dell’ultimo segmento di mercato doveva ancora attendere. |