INFO@COMUNI - La raccolta differenziata dei rifiuti raccoglie consensi

21 dicembre 2012 - INFO@COMUNI | NUOVA ENERGIA - Da una recente indagine risulta che il 90 per cento degli intervistati dichiara di operare una qualche forma di raccolta differenziata: il 51,1 per cento utilizza i cassonetti presenti in strada mentre il 46 si avvale del “porta a porta”. Per quest’ultima, il Nord la fa da primattore guidando la classifica delle aree virtuose, con percentuali di raccolta superiori al 60 per cento.

La raccolta dei rifiuti urbani è un tema che raccoglie… sempre un certo interesse. Ovvio, si dirà e vista l’importanza del tema nessuno butta nella pattumiera tutte le informazioni utili per saperne di più e comportarsi meglio. A proposito, giunge la recente indagine Rur-Censis Per le TeknoCittà dalla quale risulta che il 90 per cento degli intervistati dichiara di operare una qualche forma di raccolta differenziata. Quel qualche si traduce così. Il 51,1 per cento utilizza i cassonetti presenti in strada mentre il 46 si avvale del “porta a porta”. Il Nord la fa da primattore guidando la classifica delle aree virtuose, con percentuali di raccolta “porta a porta” superiori al 60 per cento, mentre il ritardo del Mezzogiorno appare gravissimo: ben il 30 per cento degli intervistati delle città del Sud dichiara che non esiste, nel loro contesto di residenza, un servizio di raccolta differenziata.
Quindi, non è il caso di accontentarsi. Magari può essere utile scoprire quali sono gli ostacoli che rendono problematica la raccolta differenziata. C’è chi attribuisce le proprie difficoltà all'eccessivo impegno richiesto (50 per cento) e allo scetticismo sull'utilità (20 per cento). Due stati psicofisici da censurare prontamente, rispettivamente con queste motivazioni. Lo sforzo è giustificato dal fine e l’utilità è senz’altro manifesta essendo preferibile raccogliere e poi riciclare rispetto al conferimento in discarica. Gli stanchi e gli scettici trovano, tuttavia, una (parziale) giustificazione. Infatti, se più dei due terzi degli intervistati (67,5 per cento) afferma di aver ricevuto adeguate informazioni e di essere a conoscenza delle regole di base della raccolta differenziata, un 20 per cento pur essendo informato non ha le idee chiare e infine il 12,5 si dichiara del tutto disinformato.
Incrociando il dato con la dimensione del Comune di residenza degli intervistati, c’è un divario informativo tra piccoli centri e grandi città: in queste ultime, i ben informati superano la metà (54,5 per cento), un altro quarto dichiara di aver avuto una informazione inadeguata e ben il 20 per cento si considera sostanzialmente disinformato. Nei centri tra i 10 e i 50 mila abitanti questa quota è pari ad appena il 5 per cento!
Che esista un problema di informazione è confermato anche dallo smaltimento dei rifiuti tecnologici. Il 20 per cento degli intervistati dichiara di buttarli nell'indifferenziata, comportamento particolarmente diffuso nelle fasce di popolazione con basso titolo di studio, dove raggiunge il 30 per cento contro percentuali inferiori al 10 tra i laureati.
Si spera che in futuro una laurea non sia la condizione necessaria - se non sufficiente - per comportarsi civilmente.


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