INFO@COMUNI - Sta diventando verde il futuro della nostra economia

30 novembre 2012 - INFO@COMUNI | NUOVA ENERGIA - Il 23,6 per cento delle imprese italiane punta su tecnologie e prodotti ecosostenibili per combattere e uscire dalla crisi. Un modello di sviluppo che nel settore privato ha garantito il 38,2 per cento delle assunzioni programmate per il 2012. Lombardia al vertice delle graduatorie con oltre 69 mila imprese.

Fino a un po’ di tempo fa la parola green, a stento, soprattutto se non si era anglofili, evocava un campo da golf (il verde per antonomasia) o in combinazione con l’altra parola ever una canzone “sempre verde” e, quindi intramontabile. La combinazione con economy regala altri tipi di sensazioni che non hanno a che fare con il gioco o le canzoni ma con qualcosa che sta cambiando il tessuto economico-produttivo di un Paese.
E lo sta cambiando a grandi passi, con coraggio. Per chi non lo sapesse, ma è lecito dubitarne constatando la sua diffusione, la green economy è identificabile non solo con settori innovativi quali fonti rinnovabili, efficienza energetica, ciclo dei rifiuti e protezione della natura. Ormai questa visione ecosostenibile della produzione e dei servizi si è estesa anche a settori più maturi senza trascurarne alcuno. E così, anche i comparti tradizionali della nostra industria accolgono al loro interno tecnologie e competenze finalizzate ad un miglior rapporto con l’ambiente di cui beneficia sicuramente anche la collettività.
Una realtà che sta acquisendo dimensioni forse impensate ma che trovano conferma nel Rapporto GreenItaly 2012 che Fondazione Symbola e Unioncamere hanno recentemente presentato. Ecco alcuni numeri convincenti. Circa il 30 per cento delle assunzioni non stagionali programmate complessivamente dalle imprese del settore privato per il 2012 è per figure professionali legate alla sostenibilità. Inoltre, il 23,6 per cento delle imprese industriali e terziarie con almeno un dipendente che tra il 2009 e il 2012 hanno investito o investiranno in tecnologie e prodotti green. Questa rivoluzione verde colora uniformemente l’Italia: nella top ten delle imprese che investono quattro sono regioni settentrionali (nell’ordine, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Piemonte) e sei del Centro-Sud (Lazio, Campania, Toscana, Sicilia, Puglia e Marche). Qualche dettaglio. La Lombardia con 69.145 imprese green è al vertice della graduatoria nazionale distanziando notevolmente il Veneto (quasi 30 mila) per numero assoluto di imprese che hanno investito o investiranno tra il 2009 e il 2012 in tecnologie e prodotti verdi.
Per quanto riguarda le province (aspettando l’applicazione della riforma…), Milano si colloca al primo posto con 28.984 imprese verdi svettando anche nella classifica nazionale. Il capoluogo lombardo è seguito da Brescia con 9.055 e Bergamo 8.192.
Ma dal rapporto GreenItaly 2012 emerge un altro aspetto che si rivela interessante, soprattutto in vista di un’auspicata ripresa economica. Il 37,9 per cento delle imprese che investono in eco-sostenibilità hanno introdotto innovazioni di prodotto o di servizio nel 2011, contro il 18,3 per cento delle imprese che non investono green. Non meno significato il fatto che il 37,4 per cento delle imprese green vanti presenze sui mercati esteri, contro il 22,2 per cento delle imprese che non investono nell’ambiente.
Insomma, un fenomeno che si fa interprete di un nuovo modello di sviluppo. Anche l’Italia ci crede. Infatti, quasi un’impresa su quattro (il 23,6 per cento del totale, quasi 360 mila imprese, oltre 144 mila industriali con almeno un addetto e circa 214 mila dei servizi con almeno un addetto) ha realizzato negli ultimi tre anni, o realizzerà entro quest’anno, investimenti in prodotti e tecnologie finalizzate a risparmio energetico e alla riduzione dell’impatto ambientale. Con questi dati, probabilmente il futuro del verde si tinge di un colore diverso ma assai ottimistico…


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