Italia alla faticosa ricerca di una strategia eneregtica
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di Alessandro Clerici | coordinatore del Gruppo di Studio WEC Energy Resources and Technologies



L’energia ha assunto – con i suoi riflessi ambientali e geopolitici e il suo pervasivo uso in tutte le attività – un ruolo cruciale per lo sviluppo sostenibile del Pianeta. Il problema sarà sempre più globale e in particolare questo vale per l’elettricità, che cresce del 50 per cento in più rispetto ai consumi di materie prime energetiche ed è responsabile del 40 per cento delle emissioni di CO2.
Per l’Italia l’energia rappresenta una questione più critica rispetto ad altri Paesi, data la quasi totale dipendenza energetica dall’estero. In particolare, preoccupa proprio la nostra vulnerabilità e cioè l’incapacità di compiere scelte di politica energetica o di farle (inconsapevolmente?) ad un costo economico e politico insopportabile per la collettività, come accaduto per le rinnovabili, con incidenze ventennali sulle bollette dei consumatori.


La vulnerabilità è qualcosa di diverso dalla dipendenza energetica. Uno Stato potrebbe anche essere dipendente ma non vulnerabile, grazie ad un’importazione diversificata per tipologia e provenienza di materie prime energetiche a costi sopportabili per una sicurezza degli approvvigionamenti. Ahimè, l’Italia è sempre più dipendente da una fonte, il gas, proveniente da un numero ridotto di Paesi, e senza riuscire a realizzare impianti di rigassificazione. D’altra parte, un Paese che producesse la parte essenziale della propria richiesta energetica a costi proibitivi, anche se indipendente, sarebbe vulnerabile data la globalità dei mercati. [...]



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