Fotovoltaico oltre il V Conto Energia: opportunità o occasione persa?
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di Agostino Re Rebaudengo | presidente APER


La filiera del fotovoltaico è oggi una solida realtà fatta di imprese che operano dalla produzione di pannelli (sebbene la quota di import sia ancora predominante) a quella di inverter e altri componenti. Il valore complessivamente realizzato nel 2011 è stato stimato dal Solar Energy Report in quasi 15 miliardi di euro per la sola parte di realizzazione di nuovi impianti, peraltro in diminuzione del 31 per cento rispetto al boom del 2010. Per quanto riguarda, invece, il segmento a valle, ovvero la produzione di energia elettrica fotovoltaica, nel 2011 è stato raggiunto un volume complessivo pari a quasi 10.800 GWh, cioè quasi 6 volte il dato del 2010, quando erano stati prodotti poco più di 1.900 GWh.

È possibile dunque affermare senza timore di smentita che è nato un nuovo settore industriale che produce PIL, occupazione e competenze, e che contribuisce in maniera determinante al raggiungimento degli obiettivi europei definiti dal Pacchetto Clima-Energia.
Tuttavia, l’ennesimo mutamento normativo introdotto dal V Conto Energia, emanato lo scorso 5 luglio, rischia di compromettere, almeno in parte, quanto di buono realizzato fino ad oggi. Sebbene il costo d’investimento si sia ridotto notevolmente negli ultimi anni, la grid parity si avvicina ma non è ancora realtà. Il netto taglio degli incentivi per gli impianti che entreranno in esercizio nei prossimi mesi, insieme alle complesse procedure burocratiche e all’introduzione dei registri, bloccheranno, di fatto, l’ulteriore sviluppo del fotovoltaico, proprio quando mancava ormai poco ad una piena competitività rispetto alle fonti fossili. Ragionevolmente, nel nuovo quadro normativo, si svilupperanno solo gli impianti di taglia molto ridotta [...].



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