di Alessandro Clerici | coordinatore del Gruppo di Studio WEC Energy Resources and Technologies
Nel nuovo e grandioso centro esposizioni di Abu Dhabi – che si è candidato ad ospitare il Congresso mondiale dell’energia del 2016 in competizione con Istanbul – si è svolta il 18 e 19 settembre 2012 la 2 giorni del WEC Internazionale per l’esame delle attività dei vari gruppi di lavoro e di studio che fanno capo al Programmes Committee e allo Study Committee. Nella stessa occasione è stata presentata dai Sud Coreani l’organizzazione del prossimo Congresso mondiale dell’energia (programmato a Daegu dal 13 al 17 ottobre 2013) che ha come tema di fondo Securing tomorrow’s energy today.
Le riunioni si sono tenute in Abu Dhabi a seguito dell’invito del ministro dell’Energia degli Emirati Arabi Uniti (UAE), che è il presidente del nascituro Comitato Nazionale del WEC UAE. Si è avuta l’opportunità di una visita a Masdar, la città del futuro, e all’isola di Saadiyat dove sono in progetto e realizzazione imponenti opere per il distretto culturale, ben presentato nel relativo padiglione espositivo. In queste note riporterò alcuni dati (non solo energetici) emersi durante le riunioni, i colloqui e le visite sopra riportate.
Abu Dhabi
Ricordo che gli UAE sono una federazione di 7 monarchie assolute costituitasi nel 1971 allo scadere dei trattati tra il Regno Unito e i 7 Emirati; contano ora su 83.000 km2 di deserto e poche oasi, una popolazione globale di circa 5 milioni, in grandissima maggioranza (oltre l’85 per cento) lavoratori stranieri provenienti da India, Bangladesh, Pakistan, Sri Lanka, Egitto, Filippine e da un centinaio di altre nazioni. Grazie a tali immigrati e agli introiti da petrolio e gas, i locals o nationals, che godono di notevoli benefici, hanno potuto avere in 50 anni uno sviluppo repentino che non ha pari in altre zone del Pianeta.
L’Emirato di Abu Dhabi con la sua capitale Abu Dhabi City (che è anche capitale degli UAE) risulta il maggiore per superficie (80 per cento), riserve di petrolio (95 per cento), gas (92 per cento) e potenza elettrica installata. Il territorio di Abu Dhabi può vantare una storia ultra bimillenaria, con una colonizzazione avvenuta nel III secolo avanti Cristo e con un’era cristiana fino all'VIII secolo, seguita dall’islamizzazione. La popolazione nomade viveva di pastorizia e pesca e fino alla metà del XX secolo l’economia era praticamente basata sull’allevamento di dromedari, produzione di datteri e verdure nelle oasi e sulla pesca e ricerca delle perle. La maggior parte delle abitazioni era costruita con foglie di palma per gli abitanti poveri (la maggioranza) o con fango per i pochi ricchi che sfruttavano la ricerca e l’esportazione delle perle.
La capitale attuale è stata fondata nel 1791 da una tribù beduina sull’isola di Rim, a 250 metri dalla costa, ed è oggi collegata al continente da 3 ponti. Nel 1939 lo sceicco della famiglia Al Nahayan rilasciò le prime concessioni petrolifere, ma il primo vero ritrovamento “redditizio” è del 1958. La prima strada asfaltata risale al 1961.
Oggi la città di Abu Dhabi è una delle più moderne del mondo. La zona Nord è caratterizzata da torri ed edifici “alti”; la zona Sud è meno popolata e destinata ad edifici di tipo governativo e case private. Parte importante dell’urbanistica sono i 6 chilometri di lungomare (la “corniche”) con parchi e monumenti. Anche se è meno “assaltata” dai turisti rispetto a Dubai, Abu Dhabi ha in corso ambiziosi piani di promozione del turismo, con sviluppi di grattacieli e palazzi e mega centri commerciali. Di particolare rilevanza i progetti per le isole che circondano la città (come il Ferrari World realizzato sull’isola di Yas); il più ambizioso e culturale è quello dell’isola di Saadiyat.
Sulla base della Economic Vision to 2030 di Abu Dhabi del novembre 2008, è in fase di implementazione la strategia per arrivare ad una economia diversificata e non basata sul petrolio ma sulla creazione di lavori ad alto valore aggiunto legati ad investimenti nel sistema educativo e formativo e allo sviluppo di attività artistiche, culturali e ricreative per attirare turismo e migliorare il livello di vita degli abitanti. Il tutto contempla lo sviluppo di infrastrutture e del sistema energetico fossil fuel free. [...]
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