di Michele Governatori
Nei primi giorni di luglio la stampa ha diffuso la notizia che la cosiddetta spending review del Governo avrebbe congelato fino al 2013 le tariffe regolate dallo Stato con meccanismi di indicizzazione automatica anche tramite le Autorità, incluse quelle dell’energia. Subito dopo però alcuni giornali riferivano il disaccordo del ministro Passera, e poi altri – come MF – affermavano la contrarietà dello stesso Monti che invece secondo Staffetta Quotidiana era il fautore iniziale della proposta. Proposta che in ogni caso, al momento di scrivere questo articolo (fine luglio, ndr), sembra archiviata.
Se il Governo avesse proceduto, non sarebbe stata comunque la prima volta. Ci sono stati precedenti da parte dei ministri Marzano e Scajola, e il Governo francese in questi giorni il bloccatariffe l’ha fatto, ma ha subito ottenuto uno stop da parte del proprio consiglio di Stato, motivato, si legge nel quotidiano francese Les Echos dello scorso 11 luglio, dal fatto che un intervento sulle tariffe, nello specifico quelle del gas, è illegittimo se tale da non assicurare la copertura dei costi degli operatori interessati. Alcune riflessioni.
Le cosiddette tariffe dell’energia sono stabilite sulla base di norme primarie e si applicano a segmenti della filiera non direttamente soggetti a competizione effettiva, segmenti cioè in cui vigono monopoli regolati (ad esempio trasmissione, distribuzione) oppure non considerati dall’Autorità di settore sufficientemente competitivi, come nel caso italiano del costo di approvvigionamento del gas per i clienti tutelati stabilito amministrativamente dall’Autorità per l’energia sulla base di benchmark su altre commodity e altre aree.
Un blocco delle tariffe per decreto a ben vedere equivale almeno in qualche misura ad una sospensione del rispetto da parte del Governo dell’autonomia attribuita dalle leggi all’Autorità di settore, e lascia intendere che il Governo stesso ritenga di trovarsi in una delle due seguenti condizioni alternative [...].
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