Che ne sarà del nostro settore elettrico
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di Francesco Marghella| master MEA-Università “La Sapienza” - AIEE


Proprio un anno fa, erano il 12 e 13 giugno 2011, la maggioranza degli elettori italiani esprimeva la propria contrarietà alla strategia energetica del Governo Berlusconi, abrogando per via referendaria le norme con cui si intendeva dare avvio al progetto di restaurazione dell’industria elettronucleare nel Paese. Questo sarebbe consistito, verosimilmente, nella costruzione di un numero variabile tra 6 e 7 centrali di terza generazione, per una capacità totale di 10 GW. L’entrata in esercizio delle unità sarebbe avvenuta a intervalli di tre anni a partire dal 2020, con termine al 2030- 2035.

Al di là delle considerazioni circa i benefici, i costi e i rischi associati al programma nucleare, con i quali si sarebbe potuto, davvero, fare chiarezza sulla sua opportunità e che invece non sono mai stati presentati con efficacia al largo pubblico, ecco ciò che conta: la scelta popolare ha inciso profondamente sullo scenario energetico nazionale e continuerà ad incidervi anche per i prossimi decenni.
Il quadro attuale è dominato da due forze: la crisi economica da una parte e l’impetuoso sviluppo delle fonti rinnovabili dall’altra, che hanno condotto il sistema elettrico nazionale ad una sovracapacità che sarà riassorbita solo a patto che il Paese torni a crescere. Il primo quadrimestre 2012 appena archiviato è abbastanza sconfortante. La richiesta di energia elettrica ha subito una contrazione del 2,9 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (dati provvisori Terna), dopo un 2011 in leggera risalita (332 TWh, più 0,6 per cento sul 2010). Il livello della domanda del 2007 (340 TWh) è comunque lontano.

La potenza massima richiesta sulla rete è sostanzialmente stabile da due anni (56,5 GW nel 2011 contro i 56,4 del 2010, entrambi i valori registrati nel mese di luglio), mentre la punta minima sale (21,5 GW contro 20,8 GW, sempre in aprile). Il picco inferiore del 2012, probabilmente già registrato nel mese scorso, risulta in linea con i valori dell’anno precedente, per cui si può già riportare la notizia che, per potenza nominale, fotovoltaico ed eolico, da soli, hanno ormai raggiunto la punta minima di richiesta sulla rete (il dato dell’installato al 31 dicembre 2011 era rispettivamente di 12,5 e 6,6 GW, per un totale di 19,5 GW).
Una soglia più che altro psicologica, che tuttavia deve far riflettere sull’urgenza dei provvedimenti che si rendono necessari per mitigare l’impatto delle fonti rinnovabili non programmabili sul sistema elettrico, se davvero si intende continuare a sviluppare questo tipo di tecnologie. [...]


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