Il sistema energetico italiano tra fonti tradizionali e rinnovabili
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di Gianfilippo Mancini | direttore Divisione Generation & Energy Management e Mercato di Enel



Il settore energetico mondiale si trova a dover affrontare un periodo di profondo cambiamento e di instabilità segnato dal perdurare della crisi, con crescita debole, se non addirittura contrazione, dei principali indicatori economici nei Paesi occidentali, e da una diminuzione dei tassi di sviluppo nelle economie emergenti del Sudamerica e del Continente asiatico.
In Italia, se da un lato abbiamo assistito al recente impetuoso sviluppo delle energie rinnovabili e prima di questo alla massiccia crescita degli impianti a ciclo combinato a gas, dall’altro tutte le aziende elettriche hanno dovuto fare i conti con una domanda energetica in forte diminuzione, in linea con la congiuntura macroeconomica che ha generato un conseguente eccesso di capacità produttiva. Nonostante il sistema elettrico italiano sia uno dei più aperti alla concorrenza d’Europa, come conferma il rapporto sul settore elaborato dalla Commissione europea, esistono forti squilibri dovuti ad un mix di generazione fortemente sbilanciato verso il gas che espone il Paese a rischi sulla sicurezza degli approvvigionamenti e alla volatilità dei prezzi.

In quest’ottica è fondamentale, per la sicurezza del sistema Paese, la salvaguardia degli impianti ad olio combustibile che rappresentano una risorsa chiave, ad oggi minacciata dall’impossibilità di trovare una congrua remunerazione sul mercato. È sufficiente ricordare quanto accaduto lo scorso febbraio quando, in concomitanza di un picco di domanda di gas in Italia, la Russia tagliò le forniture verso l’estero del 25-30 per cento a causa di un’ondata di freddo, mettendo seriamente a rischio la capacità del Sistema Italia di far fronte alla domanda interna: la flotta di impianti ad olio di Enel, costituita da otto centrali distribuite sul territorio nazionale, con una potenza totale di 5 mila MW capaci di consentire un risparmio di gas pari a circa 20 milioni di metri cubi al giorno (e che normalmente funzionano solo per il 2 per cento del tempo disponibile) si è dimostrata fondamentale per consentire il superamento della “crisi gas” salvaguardando la sicurezza del Sistema Italia.

Per questo motivo è necessario prevedere l’implementazione di congrui meccanismi di remunerazione coerenti con la natura di infrastruttura strategica per la sicurezza del sistema e opportune normative ambientali che possano prevedere un uso “emergenziale” di questi impianti e per garantire la disponibilità e l’esercizio economico di questa capacità.[...]


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