Qualcuno è in cattive acque se passa nei paraggi delle centrali idroelettriche

di Paolo Bronzi

Non sempre, e non da tutti, le energie rinnovabili sono gradite. In alcuni casi, infatti, l’impiego delle risorse idriche risulta contrario alle esigenze della fauna ittica. Accade, ad esempio, quando non viene lasciata acqua sufficiente nell’alveo dei fiumi dai quali viene prelevata; quando manca il cosiddetto deflusso minimo vitale; quando uno sbarramento impedisce ai pesci le loro naturali migrazioni.

E questo è il caso dello sbarramento di Isola Serafini, in provincia di Piacenza, realizzato sul medio corso del Po per consentire il funzionamento della omonima centrale idroelettrica. Dagli anni Sessanta - quando furono effettuati i lavori - in poi, a più riprese sono stati discussi e studiati diversi interventi, che permettessero ai pesci di compiere i loro spostamenti lungo il fiume.

Nulla, però, è stato concretamente realizzato. Minore sensibilità ambientale, difficoltà oggettive, costi, interessi diversi, non hanno portato a un progetto affidabile. I pesci - cheppie, anguille, cefali, storioni - hanno continuato a fermarsi sotto la centrale, attirati dalle acque ossigenate scaricate dalle turbine, senza poter risalire il fiume, salvo per le poche occasioni date dall’apertura della conca di navigazione posta sul lato destro accanto alla centrale. [...]

L'articolo completo non è disponibile on-line.
Per maggiori informazioni è possibile contattare la redazione.
Telefono 02 3659 7125 e-mail Questo indirizzo di e-mail è protetto dal spam bots, deve abilitare Javascript per vederlo