L'inquinamento da traffico si può battere con tecnologia e buona amministrazione

di Paolo Chiesa - Politecnico di Milano

L’inchiesta sulla mobilità presentata sul numero scorso di Nuova Energia ha evidenziato un’insospettabile sensibilità ambientalista fra gli automobilisti italiani. Un abbondante 40 per cento del campione afferma infatti di preferire auto (ibride, a gas, idrogeno, eccetera) che nella percezione corrente vengono reputate “ecologiche”. Assumendo questo risultato quale indice di una diffusa attenzione ai problemi ambientali, non si può che rallegrarsene. In realtà le uniche auto a emissioni zero oggi commercialmente disponibili, quelle elettriche a batterie, non hanno particolarmente brillato nel sondaggio (2 per cento delle preferenze).
Un risultato forse scontato, visto che l’attuale livello di sviluppo non permette loro di competere ad armi pari con i motori a combustione interna in tema di prestazioni, autonomia e costi. Le altre soluzioni “ecologiche” proposte dal sondaggio (e in special modo quelle a metano, GPL e biocombustibili) di fatto non presentano evidenti vantaggi in termini di emissioni rispetto a quelle tradizionali. Va comunque sottolineato che il progresso tecnologico ha permesso di abbattere di alcune decine di volte i livelli di emissioni inquinanti rispetto ai modelli (pre Euro) venduti fino a 15 anni fa, anticipando in alcuni casi le attese del legislatore. Ad esempio, l’attuale limite imposto dalla normativa Euro 4 (istituita da una direttiva europea del 1998 ed entrata in vigore nel gennaio 2005) sulle emissioni di particolato per vetture a gasolio, era superato già al momento della sua entrata in vigore vista la disponibilità di efficaci filtri antiparticolato. [...]

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