Una botta di vita e di rating
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a cura di geipeg










Scusami, non ti sento bene. Hai difficoltà di espressione? Affezioni alle vie respiratorie?
Macché! Ho un rospone in gola..

Tanto per cambiare, liberati. Ad entrambi danno fastidio le acque stagnanti. Fuori il gracidante inquilino!
Ce l’ho con gli Stati Uniti e con la guerra monetaria che stanno conducendo con l’Europa a colpi di rating. E non mi va proprio giù che il presidente che sta alla Casa Bianca pensi abbondantemente alle sue faccende elettorali e usi bastone e carota con il presidente che sta a Palazzo Chigi. Quest’ultimo viene ricevuto con tutti gli onori, copertina di Time compresa (quella dell’edizione europea, non quella stelle e strisce) e un paio di giorni dopo il suo ritorno a Roma lui e l’Italia si beccano un’altra botta di rating. Sembra che nessuno capisca il giochetto. Dalla costa atlantica parte l’attacco all’euro e se questo si indebolisce, chi se ne avvantaggia?.

Credo di averlo intuito…
Ma c’è dell’altro. Questa Europa è divisa e il nostro Paese recita la parte di un attore di seconda fila. In prima fila si gioca una partita senza esclusione di colpi, qui si giocano i destini delle nazioni.

Se ti sentono in Grecia!
Non me ne parlare. Qui ci avranno messo del proprio ma mi girano le scatole pensando che possa indebolirsi una nazione che da sempre fa da barriera ad una parte del mondo che negli ultimi tempi si mostra particolarmente agitata..

Credo di aver intuito che alludi alle primavere varie, passate, presenti e future. Ma restando al presente mi ha sorpreso il tuo affondo contro il Grande Paese. Ci hai messo molta energia ma non tanta quanta ora ne hanno loro.
Certo che perseguono i loro interessi, mica casco dal pero. Sono pieni di gas, hanno ripreso a trivellare petrolio e si mettono a fare le centrali nucleari. Non è un bel vantaggio sul piano della competitività?

Qui tratti temi di grande respiro, faccio fatica a seguirti e ti prego di ritornare sulle taglie domestiche e non da superpotenza planetaria. Spendi due parole sul nostro cosiddetto decreto liberalizzazioni.
Bene così, adesso avanti un altro. Sul capitolo energia, penso che i cittadini non godranno di grandi benefici, anzi penso che si ridurranno a poca cosa. Però, bisognava partire e nutro un certo ottimismo per il futuro ma non posso fare a meno di lanciare il mio appello…

Ho capito che ci risiamo con il taglio complessivo della spesa pubblica…
Sei intuitivo e confermi di avere buona memoria. Preparati in futuro a sentirmi ritornare sull’argomento. Intanto, la battaglia sarà lunga e difficile contro questo capitalismo amministrativo che assorbe una quantità enorme di risorse. Basta con questa miriade di partecipazioni pubbliche in miriadi di attività inutili per tutti meno per chi ci prospera al suo interno. Facciamo l’esempio delle Province, molti Comuni e enti vari. Il problema non è eliminare tutto questo. Potrebbe andarmi anche bene. Quindi, fate pure tutto quello che volete, anzi moltiplicate il tutto quanto vi pare. Ma a condizione che ve lo pagate, tassandovi. Vorrei vedere!

Sono trascorsi i tradizionali “cento giorni”. Dimmi la tua sul governo.
Sono contento, lavora bene anche se c’è stato qualche scivolone tipo sfigati, mammoni, doppie cariche e qualche inclinazione al familismo. Tutto nella norma, poiché sono malattie endemiche in Italia. Sono stato meno contento sulla caccia all’evasore. E tanto per sgombrare il campo dal dubbio che sotto sotto tifi per chi non fa il suo dovere di cittadino dico un sì grosso come una casa alla caccia ma che sia fatta con più sostanza. La spettacolarizzazione alla lunga non paga. Pagherebbe anche un rapporto più sano tra Stato e contribuente e che si pagasse in tante altre zone del Paese meno frequentate dai blitz.

Caro amico, sarà anche vero che serve un rapporto più sano, ma le casse sono moribonde…
E, quindi, che si fa? Io faccio il mio dovere ma anche lo Stato faccia il suo. Lui mi chiede ma se io attendo di essere pagato da lui, come la mettiamo?

Senti un po’, cosa pensi dell’antipolitica?
Indubbiamente, la gente è stufa. Ci troviamo in una situazione difficile nella quale, vale la pena di ricordarlo, tutti ci hanno messo del proprio ma certamente i politici non hanno avuto e non hanno la percezione di problemi davvero seri. Bisognerebbe smetterla di considerare sudditi i cittadini. E ti faccio io una domanda: ma tu faresti un figlio in Italia?

Preferirei non rispondere. Certo mi girerebbero le scatole a inserire nel redditometro il possesso di un cane o la frequentazione del circolo del tennis.
Io vorrei dirti che spero proprio che finisca un’epoca in cui si chiedono continuamente oneri ai cittadini in un clima da grande fratello. Che ognuno faccia la sua parte, in un giusto equilibrio tra diritti e doveri. D’altronde la grande rogna della crisi può essere un’occasione meravigliosa per fare qualcosa per questo Paese afflitto da un apparato statale elefantiaco.

Nel frattempo, confidiamo nel governo dei tecnici. A proposito, alle prossime elezioni ne troveremo qualcuno in lizza, meno tecnico e più politico…?
Stavo per rispondere possibile. Mi correggo, convintamente, è probabile.

Scommettiamo?