Un futuro roseo se sarà green
Torna al sommario del dossier

di Giuliano Dall'O'


Una parola entrata prepotentemente nel linguaggio di tutti; alcuni la considerano una moda, altri una necessità, molti una nuova filosofia di vita che abbraccia praticamente tutti i settori, dall’economia all’architettura, dai trasporti al turismo: la parola green, un termine a volte tradotto, ma spesso mantenuto nelle forma originale, per sintetizzare in modo chiaro e inequivocabile il concetto ad esso più vicino e ugualmente diffuso, quello della sostenibilità. Si parla allora di green economy o di green building oppure, più opportunamente, di green building economy.

Dobbiamo considerare il fenomeno della green building economy non tanto come un’alternativa all’economia reale legata al settore edilizio ma, piuttosto, come una mutazione naturale e necessaria nella quale nuove tecnologie si sostituiscono a vecchie tecnologie, nuove professioni a vecchie professioni, nuove strategie e nuove concezioni dei problemi si sostituiscono a strategie tradizionali consolidate. Un cambiamento che evidenzia certamente l’innovazione spinta. Si pensi, ad esempio, agli edifici ad energia quasi zero previsti al 2020 dalla Direttiva 31/2010, o Direttiva EPBD2, che con l’articolo 9 ha lanciato una sfida importante: a partire dal 2020, infatti, tutti i nuovi edifici dovranno essere a consumo energetico quasi zero, anticipando questo requisito al 2018 per gli edifici pubblici o ad uso pubblico. A prescindere da ciò che stabilisce la EPBD2, il mercato della green building economy si è già mosso da tempo verso questa direzione... [...]



L'articolo completo è disponibile solo per gli abbonati.
Per maggiori informazioni è possibile contattare la redazione.
Telefono 02 3659 7125 e-mail Questo indirizzo di e-mail è protetto dal spam bots, deve abilitare Javascript per vederlo