Mercato e programmazione: coabitazione non facile ma necessaria
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di G.B. Zorzoli


L’ondata di liberalizzazioni del mercato elettrico europeo, che negli anni ’90 si è sviluppata prima per decisione autonoma di alcuni Stati (Gran Bretagna, Norvegia), successivamente sulla base di Direttive della Commissione e del Parlamento europeo, verso la fine del primo decennio del nuovo secolo ha incominciato a fare i conti con un quadro di riferimento abbastanza mutato.
Lo sviluppo di un mercato competitivo non è più l’unico obiettivo prioritario che si pongono sia l’Unione europea, sia gli Stati membri. Non meno importante viene considerato il perseguimento della sicurezza nell’approvvigionamento dei combustibili, visto che la dipendenza dall’importazione nell’UE-27 è passata da meno del 40 per cento del consumo lordo di energia negli anni ‘80 al 54,8 per cento nel 2008, percentuale che arriva a 62,3 per cento per il gas naturale.

[...] la difesa dell’ambiente pone vincoli a uno dei pilastri su cui poggia il processo di liberalizzazione del settore elettrico, cioè la piena autonomia nella scelta delle tecnologie per i nuovi impianti di produzione; vincolo destinato a diventare ancora più stringente oltre il 2020, visto che le strategie energeticoambientali dell’Unione europea non si arrestano a questa data, ma si proiettano fino al 2050, quando le emissioni di CO2 dovrebbero essere ridotte dell’80 per cento, in conformità con quanto deciso per i Paesi sviluppati nel 2009 al G8 dell’Aquila.
Di conseguenza il mercato elettrico europeo, di cui ufficialmente si continua a sottolineare solo il volto liberalizzatore, sta viceversa modificando i propri connotati per incorporare le esigenze dettate dagli obiettivi di sicurezza energetica e di protezione ambientale. Pragmatici, pertanto privi di pruderie ideologiche, a differenza dei loro partner del Continente i governanti britannici non hanno avuto problemi nel riconoscere esplicitamente i vincoli posti alle regole di mercato dalla sicurezza degli approvvigionamenti e dal cambiamento climatico e ad agire di conseguenza. [...]



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