di Andrea Molocchi | responsabile Studi Amici della Terra
Lo spreco di grandi quantità di calore è una pratica irrazionale, generalizzata in tutto il mondo, di cui occorre divenire consapevoli. La maggior parte dei consumi di energia, siano essi consumi di trasformazione in energia elettrica o consumi energetici finali (nei processi industriali, nel trasporto, nel riscaldamento di abitazioni e uffici), è caratterizzata da una dissipazione notevole, in particolare di energia termica, in atmosfera o nelle acque ad esempio utilizzate per il raffreddamento di motori.
Mentre nei trasporti e nell’edilizia è di solito poco conveniente recuperare l’energia termica (data la natura molto diffusa o puntuale delle dispersioni di calore), nel settore energetico e nelle industrie di processo gli sprechi di energia termica sono già in parte contenuti, e potrebbero essere ulteriormente ridotti tramite l’applicazione di tecnologie per il riutilizzo del calore in molteplici e diverse applicazioni, che vanno dal teleriscaldamento di capannoni ed edifici alla desalinizzazione di acqua di mare, alla produzione di energia elettrica, alla fornitura di frigorie di processo o di aria condizionata per residenze.
Inoltre, una parte degli stessi consumi finali di energia è dovuta alle tecnologie impiegate per la stessa dissipazione del calore (impianti di ventilazione, pompe di raffreddamento, eccetera) o per il trattamento ambientale dei gas di scarico: sistemi le cui taglie potrebbero essere ridimensionate (portando con sé riduzioni dei consumi energetici) se i fumi da trattare fossero ridotti mediante il loro preventivo recupero energetico.
Il tema del recupero dell’energia termica a valle dei processi di combustione, è venuto quest’anno alla ribalta a seguito della proposta di Direttiva sull’efficienza energetica, pubblicata dalla Commissione europea il 22 giugno 2011 con la finalità di dare attuazione all’obiettivo del 20 per cento di efficienza energetica previsto dalla strategia europea. Fra le misure contenute nella bozza all’esame di Parlamento e Consiglio europeo ve ne sono di notevole rilevanza [...].
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