di Edgardo Curcio
Nel Piano d’Azione Italiano per l’Efficienza Energetica 2011 (PAEE) recentemente pubblicato sono individuati gli orientamenti del Governo e gli investimenti previsti per raggiungere due importanti obiettivi nazionali in materia di risparmio di energia. Il primo obiettivo è quello di conseguire un risparmio energetico al 2015 del 9,6 per cento dei consumi finali di energia. Il secondo, più ambizioso, è quello di conseguire al 2020 l’obiettivo del 20 per cento di risparmio, obiettivo che peraltro rimane ancora un po’ nebuloso.
Ma leggendo il rapporto del PAEE si raccolgono molte interessanti informazioni su come si sta svolgendo nel nostro Paese il percorso per aumentare l’efficienza energetica nei vari settori interessati. Innanzitutto, si apprende che il risultato conseguito al 2010 di risparmio energetico complessivo è stato di 47.711 GWh/anno, superiore del 33 per cento rispetto a quello atteso di 35.658 GWh/ anno. Quindi le cose sono andate bene in termini di Tep risparmiate e di emissioni di CO2 evitate, nonostante i frammentari interventi realizzati.
Ma andando a guardare bene, troviamo che il 78 per cento dei risparmi ottenuti al 2010 si sono concentrati nel settore residenziale, mentre gli altri settori (terziario, industriale e trasporti) hanno contribuito pochissimo e solo per il 22 per cento del totale. E tra gli interventi realizzati nel settore residenziale troviamo che tre categorie hanno fatto la parte del leone: quella delle lampade ad alta efficienza, quella degli erogatori acqua a basso flusso e quella della sostituzione di caldaie per riscaldamento di vecchio tipo con altre più efficienti (a condensazione). Complessivamente questi tre interventi, che sono tra i più semplici e a minor costo, coprono circa il 75 per cento del settore residenziale e pesano per il 50 per cento sul totale risparmiato al 2010.
Come è noto, si tratta in gran parte di interventi di vecchio tipo, fatti dalle grandi società elettriche ed energetiche a livello promozionale, per utilizzare i Certificati Bianchi in modo da lucrare un buon margine di guadagno tra il costo degli interventi e il valore dei titoli di efficienza energetica (TEE). Quindi, niente di molto significativo o innovativo ma misure standard, in parte non utilizzate (ad esempio, lampade ad alta efficienza ed erogatori acqua), ma solo calcolate in termini di Tep risparmiate. [...]
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