L’efficienza diventa un altro combustibile
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Werner Janik | ABB Power Generation, Mannheim, Germania
Joseph Lauer| ABB Process Automation, Montréal, Canada


             
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As the global population continues to grow, so too does its hunger for energy. The long-term consequence of this will be a diminished supply of fossil fuels, currently the world’s primary energy source.

However, fossil fuels there is a continued reliance on fossil-based energy production this catch 22 situation will remain. Of course it has long been known that renewable energy sources are the solution to this predicament. However, although rapid progress is being made to substitute thermal power plants with renewable energy sources, many issues still need to be resolved before renewable sources can effectively contribute to the overall energy mix.

Unfortunately time is running out for planet Earth as it waits for further developments in renewable energy sources or the long expected break-through in nuclear fusion.

In parallel to this work, action needs to be taken to protect the planet and to preserve its assets and biosphere for future generations; this can be achieved by the application of already developed energy efficiency methods and technologies.

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Come è noto la fame di energia del Pianeta è in costante crescita. Nonostante le positive risposte che le energie rinnovabili stanno fornendo - e a maggior ragione potranno fornire nei prossimi anni - protagonisti di questo aumento dei consumi sono ancora oggi i combustibili fossili. Di fatto, ad oggi il carbone alimenta più del 40 per cento della generazione di elettricità nel mondo, con le note conseguenze in termini di emissioni di anidride carbonica.
In questa (lunga) fase di transizione verso soluzioni low o addirittura zero carbon, il Pianeta Terra non può permettersi il lusso di avere il fattore tempo dalla propria parte. Quindi, se si vogliono davvero migliorare i modelli di utilizzo globale dell’energia e ridurre l’impronta emissiva (carbon footprint) ad essi correlata, occorre apportare migliorie anche ai sistemi di generazione tradizionale e al parco centrali installato (magari da alcune decine di anni).
Da questo punto di vista sono più che confortanti le proiezioni effettuate dall’Agenzia Internazionale per l’Energia (IEA). Queste indicano che un utilizzo più efficiente dell’energia - in base a soluzioni tecniche oggi già disponibili - ha un maggior potenziale di limitare le emissioni di CO2 per i prossimi 20 anni rispetto a tutte le altre opzioni considerate assieme. L’adozione di tecnologie, metodi e comportamenti volti a migliorare l’efficienza energetica può così produrre un effetto immediato e positivo (in termini di riduzione delle emissioni) sulla correlazione tra crescita economica e utilizzo dell’energia.


Le sfide di oggi per l’energia
In tutte le regioni del mondo i consumi di energia elettrica stanno crescendo a un ritmo doppio rispetto alla domanda di energia primaria. Questa tendenza è particolarmente marcata nelle economie in espansione del Medio Oriente, dell’India e della Cina, dove si prevede una crescita complessiva della domanda di kWh - tra oggi e il 2035 - compresa tra il 140 e il 261 per cento, rispetto ad una forbice di 89-116 per cento per l’energia primaria.
È chiaro che per soddisfare adeguatamente questa tendenza si deve trovare il corretto equilibrio tra produzione e consumo. Entra qui in gioco l’efficienza energetica, il cui scopo è quello di assicurare alle economie planetarie un’adeguata quantità di energia elettrica (anche utilizzando i combustibili fossili) e, nello stesso tempo, di consumare la minor quantità possibile di fonti primarie. Così facendo, ogni barile-equivalente di energia risparmiata può essere considerato come combustibile alternativo aggiuntivo che si rende disponibile per altre finalità.
È inevitabile che nella catena di produzione dell’energia elettrica, a monte, e di consumo a valle, si verifichino delle perdite. Quello che, tuttavia, non è scontato è accettare come un dato di fatto il valore di queste perdite. Nel lungo percorso che porta da una fonte di energia primaria - potrebbe trattarsi, ad esempio, di gas o di petrolio - alle utenze industriali o domestiche, può andare perduto circa l’80 per cento dell’energia. [...]



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