Prospettive di mix scolpite nella pietra
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di G.B. Zorzoli



In Germania...
Settembre 2009. Dopo le elezioni la democrazia cristiana tedesca (CDU) si allea con i liberaldemocratici (FDP). Sul nucleare la nuova coalizione decide di capovolgere la politica del phase-out della precedente alleanza fra CDU e socialdemocratici (SPD); anzi, estende la vita dei reattori nucleari da una media di 32 anni a 60 anni. Secondo stime attendibili, questa decisione avrebbe consentito agli esercenti degli impianti nucleari un profitto lordo aggiuntivo di almeno 100 miliardi di euro, di cui un po’ più della metà sotto forma di tasse sarebbe confluito nella casse federali.
Marzo 2011: Fukushima. Poco dopo, il cancelliere Angela Merkel annuncia il decreto di chiusura di tutti gli impianti nucleari entrati in esericizio fino al 1980. In totale 8.336 MW, cioè il 6,4 per cento della potenza installata nel Paese.
30 maggio 2011: il governo federale tedesco si riunisce, discute, alla fine decide di ricuperare il vecchio programma di phase-out e di chiudere tutti gli impianti nucleari entro il 2022. Questo, in un Paese dove l’energia nucleare occupa il secondo posto, dopo il carbone, nella generazione elettrica: 23 per cento nel 2010. Dove le parti lese si chiamano RWE, E.On, Vattenfall, EnBW, tutti pezzi da novanta che si sono subito attivati per chiedere un risarcimento danni. [...]


In Italia...
Premetto che nutro stima per i vedovi (o le vedove) inconsolabili. Condivisibili o meno, sono portatori di un valore (la fedeltà) che merita rispetto. Purché il rimpianto per i loro cari non diventi esibizione o petulante interferenza nella vita altrui. Forse il lutto non era stato ancora elaborato, ma alcune e-mail che ho ricevuto nelle due settimane successive al referendum del 12-13 giugno, grondavano rimpianti frammisti a più o meno velati rimproveri per il mio concorso alla prematura dipartita del nucleare. [...]



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