INFO@COMUNI - Senza l’innovazione l’ambiente è a rischio

24 giugno 2011 - INFO@COMUNI | NUOVA ENERGIA - Su scala mondiale, con il ridimensionamento del nucleare potrebbe aumentare l’emissione di gas serra per il maggior impiego di fossili bruciati nelle centrali elettriche, con un peggioramento della situazione climatica del Pianeta. Serve un progetto ampio e condiviso per consentire all’umanità di disporre di nuove tecnologie a servizio di fonti di energia sicure, economiche e pulite.

“Con l’incidente di Fukushima qualcosa di molto importante è cambiato nel mondo dell’energia, non tanto in Italia, ma più in generale nel contesto planetario. Si sono fermati molti programmi nucleari in diverse nazioni, sono state cancellate nuove centrali, altre non saranno più prolungate oltre il loro tempo di durata previsto, altre ancora saranno sottoposte a programmi di stress per verificare la sicurezza intrinseca”.
Parte da questa riflessione l’analisi di Edgardo Curcio - presidente dell’Associazione Italiana Economisti dell’Energia (AIEE) - sui futuri scenari globali dell’energia, all’interno dei quali si profilano due effetti. Il primo è la sostituzione del nucleare nella generazione elettrica con combustibili fossili (soprattutto gas) e con fonti rinnovabili. Il secondo, l’aumento delle emissioni di gas serra per l’uso di maggiori quantità di fossili bruciati nelle centrali elettriche e quindi il rischio di un peggioramento della situazione climatica del Pianeta. In proposito, Curcio sottolinea che “se prima di Fukushima sembrava già difficile raggiungere gli obiettivi di Kyoto, oggi, con il forte aumento di combustibili fossili che utilizzeremo nei prossimi 30-40 anni, il rischio di un più rapido innalzamento della temperatura del Pianeta, diventa incontrollabile e perciò estremamente più pericoloso”.
Non manca un altro motivo di preoccupazione: “Diventa anche maggiore il rischio di una indisponibilità di combustibili fossili sufficienti a far fronte all’aumento della domanda mondiale, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo dove il maggior benessere individuale, l’aumento della motorizzazione e l’urbanizzazione comporteranno il raddoppio del consumo di energia pro-capite di questi Paesi”.
In quale direzione bisognerebbe dunque indirizzare gli obiettivi di una nuova politica energetica? “Serve un progetto ampio e condiviso - precisa Curcio - per consentire all’umanità di disporre di nuove fonti di energia sicure, economiche e pulite oltre le rinnovabili attuali che hanno limiti di costo, di potenza e di fruibilità”. In conclusione, certamente il gas avrà un ruolo maggiore nella generazione elettrica. “Anche se ridotta- afferma Curcio - la quota di anidride carbonica emessa dal gas naturale andrà ad aggiungersi a quella prodotta da tutti gli altri combustibili fossili, creando nel tempo un innalzamento della temperatura del Pianeta. Pertanto, è nell’arrivo di nuove tecnologie che l’umanità ha speranze di arrivare al 2050 senza gravi danni”.


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