Olio vegetale: una filiera ricca di sostenibilità

di Agostino Re Rebaudengo, presidente Asja Ambiente Italia


L’Unione europea ha stabilito che entro il 2020 il 20 per cento dell’energia consumata derivi da fonti rinnovabili. Questo interesse per le fonti alternative al petrolio scaturisce dall’attenzione Un vivaio di palmaper l’ambiente e per la sicurezza sulle forniture degli Stati membri. Gran parte delle risorse petrolifere sfruttabili sono oggi concentrate in un numero ridotto di Paesi che spesso hanno posizioni politiche diverse, quando non antagonistiche, rispetto a quelle dei Paesi consumatori.
Gli oli vegetali sono una risposta sostenibile alle esigenze comunitarie? Dobbiamo innanzitutto metterci d’accordo sul significato della parola sostenibile. Se utilizziamo la metodologia della triple bottom line (people, planet, profit), la risposta è affermativa. Tutta la filiera, infatti - coltivazione, produzione dell’olio e sua trasformazione in energia - contribuisce allo sviluppo economico, fornendo opportunità anche ai piccoli agricoltori e concorrendo alla lotta ai cambiamenti climatici. [...]

I provvedimenti normativi europei legati alla sostenibilità dell’utilizzo di oli vegetali prendono origine principalmente dalla Direttiva 2009/28/CE, la parte prettamente energetica del cosiddetto pacchetto Clima-Energia, che costisce una vera e propria svolta a favore della sostenibilità e della sicurezza energetica. Ovviamente non tutto è sempre lineare. La Direttiva, pur essendo orientata ai principi di sostenibilità e di rispetto dell’ambiente, lascia però purtroppo aperta una serie considerevole di interrogativi ed evidenzia, per certi aspetti, un atteggiamento protezionistico che crea difficoltà allo sviluppo del settore.

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