di Elio Smedile
Nelle strategie ambientali dell’Unione europea finalizzate alla riduzione delle emissioni di gas climalteranti, fondamentale è il ruolo delle energie rinnovabili. L’obiettivo globale è il raggiungimento, nell’orizzonte temporale del 2020, di un contributo delle fonti rinnovabili pari al 20 per cento del mix energetico europeo. [...]
Per quanto riguarda le diverse fonti, decisivo è il contributo che ci si attende dalle biomasse, soprattutto per gli usi termici e per l’impiego dei biofuel. Nel caso dell’uso termico ed elettrico si assiste, in effetti, a un consistente aumento della produzione di pellet (cilindretti di 5-10 millimetri di diametro, fabbricati a partire da materiali vegetali di scarto e/o dai residui della lavorazione del legno). Il pellet ha un potere calorifico più elevato del comune cippato (cioè il legno sminuzzato prodotto utilizzando gli scarti delle potature e della manutenzione dei boschi), un’elevata densità energetica, eccellente praticità logistica (grazie alla sua compattezza sono più facili ed economici sia la movimentazione sia il trasporto e lo stoccaggio), caratteristiche merceologiche standardizzate. È caratterizzato inoltre dall’avere un comportamento simile ad un fluido, di conseguenza anche negli impianti di piccola taglia può venire pompato dal serbatoio alla caldaia attraverso un aspiratore. [...]
I Paesi del Nord Europa che necessitano di grandi quantità di questa materia prima, non hanno la capacità di produrre internamente il proprio fabbisogno. Vi sono viceversa Paesi extra-europei (Stati Uniti, Canada, Russia, Sud Africa, Brasile…) che hanno enormi risorse di materiali lignei e che, sulla base delle previsioni di espansione del mercato internazionale, hanno programmato significativi investimenti per realizzare impianti produttivi di grandi dimensioni e aumentare la capacità di trasporto e stoccaggio del pellet. [...] Poiché questi impianti si trovano a migliaia (spesso decine di migliaia) di chilometri dai maggiori centri di consumo europei, sorge automaticamente un interrogativo: non sarà che il costo ambientale del trasporto a così grande distanza pareggi o superi i vantaggi derivanti dall’uso di una matrice apparentemente neutra dal punto di vista delle emissioni climalteranti?
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