Perché si combatte la guerra dei CV

Agostino Re Rebaudengo, presidente Asja Ambiente Italia


Sono persuaso che l’abolizione dell’obbligo di ritiro, da parte del GSE, dei Certificati Verdi (CV) in eccesso celi in realtà un’aggressione dei produttori di energia elettrica da fonte fossile alle energie rinnovabili. Per capire meglio la mia tesi occorre dare uno sguardo, magari dall’alto di un elicottero, al sistema di domanda e offerta dei CV, agli attuali consumi di energia (intesa come energia elettrica, trasporti e calore) e alle previsioni al 2020.

Come noto il decreto Bersani 79/1999 ha introdotto l’obbligo, a carico dei produttori e importatori di energia elettrica prodotta da fonte fossile, di immettere in rete anche una percentuale di energia da fonte rinnovabile definita come quota d’obbligo (vedi Tabella 1). Le previsioni nella tabella sono state calcolate ipotizzando che il nostro Paese raggiunga gli obiettivi proposti dalla Direttiva Europea 20-20- 20 (2009/28/CE).
Appare chiaro, anche immaginando variazioni del mix delle fonti energiche rinnovabili, che stante l’incremento pianificato della quota d’obbligo (pari allo 0,75 per cento annuo dal 2006), il mercato dei Certificati Verdi continuerà ad essere caratterizzato da un forte eccesso di offerta rispetto alla domanda. Nel 2009 l’offerta è stata, infatti, di circa 14 milioni di CV contro una domanda di soli 8,5 milioni. Nel 2020 tale divario crescerà ulteriormente: si stima che l’offerta sarà pari a 36 milioni di CV a fronte di una domanda che si aggirerà intorno ai 16 milioni! [...]

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