Luongo: “La Turchia vuole il meglio delle aziende italiane”
Roberto Luongo, direttore Ufficio ICE di Istanbul

di Fabio Terni


Un mercato sempre più pesante, che sarebbe un grave errore affrontare con eccessiva leggerezza. Potrebbe essere sintetizzato in queste poche parole il pensiero di Roberto Luongo, direttore ICE Istanbul, in merito alle opportunità di investimento in Turchia per le imprese italiane dei settori energia, ambiente e infrastrutture.

Le prospettive di business sembrano infatti essere più che confortanti; l’importante è non cedere alla tentazione di considerare questo Paese come un
facile sbocco, anche per prodotti con ridotto valore aggiunto tecnologico. Oppure, come una nazione ancora in via di sviluppo, con la quale le nostre imprese possono trattare dall’alto verso il basso
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A PARTIRE DA QUESTO NUMERO NUOVA ENERGIA
AVVIA UN RAPPORTO DI COLLABORAZIONE CON
L'ISTITUTO ITALIANO PER IL COMMERCIO ESTERO (ICE).
OGNI NUMERO PROPORRÀ UN APPROFONDIMENTO
SU SINGOLI PAESI O MERCATI E SULLE OPPORTUNITÀ
CHE TALI REALTÀ OFFRONO ALLE IMPRESE ITALIANE
CHE OPERANO NEL SETTORE DELLA MOBILITÀ
E DELLO SVILUPPO SOSTENIBILE.

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Partiamo dalle opportunità, in particolare per i settori delle infrastrutture, dell’ambiente, dell’energia…
Ormai da sette anni il governo turco si è impegnato massicciamente nello sviluppo di questi settori, con piani di medio e lungo periodo molto ambiziosi. Da oggi al 2023 (centenario della nascita della Repubblica Turca) si stimano investimenti per complessivi 120 miliardi di dollari solo per quanto riguarda la viabilità e i trasporti.
Le opportunità sono dunque evidenti, specie per una realtà come l’Italia che, qui, può vantare una posizione consolidata. Certo, non sono così facili da cogliere. Anche perché le imprese turche sono molto più solide e più forti di quanto possa sembrare. Nei primi 100 contractor su scala mondiale, figurano sette o otto imprese turche; la stessa Italia non può vantare un risultato di questa portata. [...]

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