Africa, un'opportunità non solo "mediterranea"

di Davide Canevari


Gianpaolo Bruno, Direttore Ufficio di Johannesburg dell'ICEL’Africa non si affaccia solo sul Mediterraneo. La frase potrebbe apparire banale allo stesso Lapalisse.
Eppure non di rado ci si dimentica di questa evidenza geografica, soprattutto quando si parla del Continente Nero in ottica business. Sarà anche per ragioni di contiguità geografica e di vicinanza culturale, ma troppo spesso le attenzioni del made in Italy – non solo nel caso dell’energia – sembrano fermarsi ai Paesi dell’area sub sahariana. Eppure…
Eppure, come dichiara a
Nuova Energia Gianpaolo Bruno, Direttore dell’Ufficio di Johannesburg dell’Istituto nazionale per il Commercio Estero (ICE), spingendo un po’ più a Sud l’attenzione non mancano le opportunità.
“In quest’area del continente - dichiara Bruno - i settori che appaiono offrire maggiori spazi di affari sono quelli della filiera agro-alimentare, mineraria, delle infrastrutture - in particolare di quelle energetiche, con grande enfasi sulle energie rinnovabili - dell’industria leggera e del turismo. Per quanto concerne i beni di consumo, le opportunità sono ancora di nicchia, ma risultano in progressiva crescita, grazie al miglioramento del benessere e della qualità della vita associati al relativo progresso economico”
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Quali sono i maggiori ostacoli che tipicamente può incontrare un’azienda italiana quando lavora in Africa?
Le principali difficoltà sono associate alla complessità degli ambienti operativi che ispirano la condotta degli affari, spesso caratterizzati da scarsa trasparenza, eccessiva burocrazia, elevata centralizzazione dei processi decisionali, a volte diffusa corruzione, bassa produttività del lavoro, difficoltà nel reperimento di manodopera specializzata, scarsa efficienza dei servizi di supporto, difficoltà logistiche.
A tali elementi strutturali occorre aggiungere, quali caratteristiche topiche dei nostri modelli imprenditoriali, la scarsa predilezione per la programmazione di medio-lungo periodo (esigenza imprescindibile soprattutto quando si effettuano investimenti), la limitata tendenza al radicamento nei mercati attraverso forme di presenza diretta o attraverso partner affidabili locali, e l’inveterata propensione a ricercare profitto immediato e occasionale al posto di strutturare strategie di penetrazione coerenti con dinamiche di proiezione di lungo periodo. [...].

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