Gas: interessi in transito, i nodi restano

di Giuseppe Gatti



Quando nell’autunno 2004 Neelie Kroes venne designata Commissario per la Concorrenza, a Bruxelles i più storsero il naso. La sua presenza in una dozzina di consigli di amministrazione, di sorveglianza e di superadvisory, nei settori più disparati (dalle telecomunicazioni all’auto, dalle ferrovie al trasporto aereo), facevano temere una sua permeabilità alle ragioni della business community, a discapito della difesa delle ragioni del mercato e dei consumatori. Oltretutto succedeva a due Commissari di grande spessore, Karel Van Miert prima e Mario Monti poi, che avevano ingaggiato epici duelli con grandi multinazionali, dalla General Electric alla Microsoft, e il confronto sembrava insostenibile.
A conclusione del suo mandato, bisogna invece dare atto alla Kroes di aver saputo svolgere il proprio ruolo con dignità, risultando probabilmente il migliore dei Commissari in una squadra quanto mai scialba. Non ha gestito casi clamorosi, ma ha chiuso con un buon risultato il confronto con Microsoft, ha condizionato i grandi merger degli ultimi anni (da GdF/Suez ad Enel/Endesa) e si è battuta con vigore contro gli aiuti di stato.
Per il settore energia bisogna poi notare che è risultata più incisiva del pur volenteroso Piebalgs. Il Commissario all’Energia, di non grande caratura personale e con alle spalle un piccolo Paese come la Lettonia, ha giocato tutte le sue carte sull’unbundling proprietario delle reti, senza riuscire a piegare i governi nazionali, condizionati dalla forza lobbistica dei grandi Gruppi energetici. Su questo terreno maggiori risultati sono stati raggiunti dal Commissario alla Concorrenza... [...].

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