Ortis: “Impegno su molti fronti con un dialogo sempre aperto” |
di Davide Canevari
A questo proposito vorrei ricordare, ad esempio, il Trova Offerte (un sistema di ricerca che abbiamo reso disponibile sul nostro sito per confrontare la spesa annua delle diverse proposte presenti) e l’avvio dello Sportello per il consumatore, un nuovo servizio integrato per dare assistenza, offrire informazioni sui mercati liberalizzati dell’energia, far conoscere a tutti i propri diritti e come farli rispettare, agevolare la scelta consapevole del fornitore di energia più conveniente. Lo Sportello, gestito in collaborazione con Acquirente Unico, mette a disposizione anche una task force di esperti specializzati nell’assistenza per i reclami inviati agli operatori per i quali non sia pervenuta una soddisfacente risposta. Un bilancio positivo dunque? Nel complesso, il mercato dell’energia elettrica risulta strutturato e ben avviato, anche se sono necessari ulteriori interventi di regolazione, prevalentemente volti alla manutenzione e all’aggiornamento dei quadri normativi già esistenti. Va detto anche che resta ancora da superare il problema del basso grado di interconnessione tra alcune zone del Paese, che porta a prezzi zonali ancora molto diversi tra loro, per ragioni che non paiono sempre attribuibili a differenze di costo. Ma è chiaro che un giudizio complessivo sulla liberalizzazione non può che risentire della situazione del mercato del gas: a quasi dieci anni dall’apertura non solo abbiamo percentuali molto basse di cambi di fornitore, soprattutto nel settore domestico, ma soffriamo ancora di una dotazione infrastrutturale limitata che, tra l’altro, ha impedito al nostro sistema anche di beneficiare di prezzi spot favorevoli, emersi di recente nei mercati europei per effetto della crisi della domanda. In questo contesto non è nemmeno superato il rischio di non riuscire a far fronte a nuove emergenze, in caso di picchi di domanda e di interruzioni di importazioni come in inverni recenti. Ci fa un “punto della situazione” sulle infrastrutture in Italia? La forte dipendenza da pochi fornitori stranieri e l’inefficienza delle interconnessioni all’interno del Paese, sono da molti denunciati come due fattori di instabilità per i nostri prezzi dell’energia... Con riferimento al settore elettrico, il progressivo superamento delle congestioni a livello zonale, grazie anche ai recenti interventi normativi e agli sforzi di Terna, uniti ad una significativa disponibilità di capacità di produzione, non potrà che contribuire positivamente al grado di concorrenzialità del settore. Abbiamo proposto anche una nuova disciplina di remunerazione della disponibilità di capacità produttiva e sostenuto l’introduzione di meccanismi che, riducendo i costi di transazione, favoriscano pure lo sviluppo di nuove fonti, per una maggiore diversificazione delle coperture. Proprio per la sua notevole dipendenza dal gas (60 per cento della produzione termoelettrica), il settore elettrico rischia però di risentire nel breve-medio periodo delle debolezze del comparto gas. Qui, negli ultimi anni, abbiamo assistito ad un tardivo potenziamento delle interconnessioni da parte dell’incumbent (gasdotti di importazione TAG e TTPC); è stato realizzato solo recentemente un terminale GNL da parte di terzi, la cui decisione di investimento risale agli anni ‘90; lo stoccaggio è cresciuto poco e in misura del tutto inadeguata rispetto alla dinamica della domanda.
Permetterebbe all’Italia anche di attenuare le barriere in entrata per nuovi player, di diversificare le forniture di gas sia sotto il profilo geografico che tipologico, garantendo un fisiologico eccesso di offerta per un mercato più competitivo, concorrenziale ed efficiente, a beneficio dei consumatori. Inoltre, gli investimenti in nuove infrastrutture offrirebbero un indotto non trascurabile, nonché la possibilità di sfruttare la collocazione geografica del nostro Paese, creando un hub del gas per il Sud Europa. Tutto ciò rappresenterebbe un’importante opportunità, già individuata in Paesi nostri concorrenti come la Spagna e la Turchia. Quali sono i principali obiettivi dell’Autorità per l’anno in corso? Proseguiremo su quanto avviato nel 2009, rafforzando in particolare le attività di monitoraggio sul corretto funzionamento del mercato. Con riferimento al settore elettrico, andrà completata anche la regolazione dei servizi di dispacciamento e, dopo l’avvio del mercato degli strumenti derivati, proseguiranno, in coordinamento con Consob, le attività di controllo volte ad impedire e contenere possibili interferenze sui rispettivi mercati fisici. Vi sono inoltre ancora aspetti di regolazione che richiedono una definizione più compiuta, per entrambi i mercati, elettrico e gas. Occorre pure promuovere lo sviluppo delle reti elettriche per far fronte al progressivo sviluppo delle fonti rinnovabili, a partire dalle zone d’Italia dove tali fonti sono maggiormente disponibili. Nel medio termine, per consentire la gestione in sicurezza del sistema, a fronte di un incremento di capacità produttiva da fonti rinnovabili quale quello previsto per rispettare gli obiettivi comunitari al 2020, è necessario procedere a nuovi investimenti in capacità di modulazione e stoccaggio quale quella fornita dagli impianti di pompaggio. E rispetto al contesto europeo? La recente normativa comunitaria contenuta nel Terzo Pacchetto è destinata a incidere molto sui settori e sulla loro regolazione: crescono le competenze dei Regolatori, mentre si conferma il ruolo cruciale della protezione dei consumatori e aumenta il peso della dimensione europea. Comunque, l’attenzione posta al monitoraggio dei mercati e alla protezione dei consumatori ci vede in linea con quanto affermato a livello comunitario. D’altro canto, la nuova Agenzia dei Regolatori e i codici di rete europei modificheranno alcune prospettive: non più solo regole nazionali da armonizzare a livello europeo, ma nuove regole europee da adattare (o semplicemente adottare in qualche caso) a livello nazionale. Nell’attesa del pieno funzionamento dell’Agenzia a partire da marzo 2011, l’Autorità mantiene alta la propria partecipazione alle iniziative internazionali, per contribuire alla definizione delle regole europee anche sulla base della propria esperienza e degli interessi nazionali. Appare tra l’altro particolarmente delicata per il mercato elettrico la questione dell’integrazione dei mercati a livello europeo secondo il meccanismo market coupling: proprio il maggior grado di sviluppo del nostro settore rispetto ad alcuni Paesi confinanti richiede l’adozione di architetture di mercato avanzate, in grado di far emergere appieno i vantaggi del nostro sistema e da rendere veramente effi- caci gli scambi transfrontalieri. Quali rapporti di collaborazione intrattenete con le altre Autorità dei principali Paesi europei? L’Agenzia europea, che vedrà la sua nascita nel corso del 2010, ha le sue radici in una tradizione di partecipazione già maturata nell’ambito di consolidate esperienze di cooperazione fra i diversi Regolatori: dal Council of European Energy Regulators (CEER), fondato nel 2000 proprio su iniziativa dell’Autorità italiana, all’European Regulators’ Group for Electricity and Gas (ERGEG) creato dalla Commissione europea. L’Autorità italiana ha sempre avuto la consapevolezza della spinta propulsiva che, in termini di concorrenza, poteva derivare dal mercato europeo, lavorando a questo obiettivo fianco a fianco con i colleghi di altri Paesi e le istituzioni europee. Abbiamo assunto la leadership delle iniziative regionali per promuovere integrazioni (messe a punto con la Commissione) per le aree regionali a cui apparteniamo. Inoltre, intratteniamo relazioni bilaterali con tutti i Regolatori europei e in particolare, per gli aspetti regolamentari relativi agli scambi transfrontalieri di energia, con i Regolatori dei Paesi confinanti. Siamo tra i fondatori e presidiamo MEDREG, l’Associazione dei Regolatori del Mediterraneo per l’elettricità e il gas, con sede a Roma; partecipiamo attivamente all’ECRB (European Community Regulatory Board), il Consiglio dei Regolatori della Comunità energetica del Sud-Est Europa che riunisce, tra gli altri, i Paesi dei Balcani. Abbiamo pure sviluppato relazioni con regolatori nuovi o in via di costituzione, attraverso lo strumento dei gemellaggi, finanziati dalla Commissione europea, con Turchia, Ucraina e Albania. Con quali obiettivi principali? Ciò è stato fatto per favorire, anche laddove non esiste un quadro di riferimento normativo come quello dell’Unione europea, la necessaria armonizzazione delle regole a favore dell’integrazione dei mercati e le prospettive di internazionalizzazione delle imprese italiane. Ricordo infine che stiamo sostenendo lo sviluppo della Florence School of Regulation, con l’obiettivo di diffondere le best practices regolatorie e che, in esito alle iniziative assunte nel corso del primo G8 dei Regolatori tenutosi a Roma nel maggio scorso, è stata istituita la Confederazione Internazionale dei Regolatori dell’energia, che estende ormai a livello mondiale la collaborazione tra le diverse Autorità di regolazione e controllo. Lo scorso anno l’Autorità ha comminato numerose multe ad aziende del settore. Che bilancio fate di questo settore di attività? Come stanno a indisciplina i nostri operatori? Man mano che la regolazione tende a consolidarsi, diventa fondamentale per l’Autorità assicurarne il rispetto, nell’interesse dei consumatori e delle aziende. Conseguentemente, l’attività di vigilanza e controllo su qualità del servizio, sicurezza, accesso alle reti, tariffe, incentivi alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili e assimilate si è ulteriormente intensificata. Nel 2009 le sanzioni irrogate sono state 64, per un totale di 9,5 milioni di euro, da utilizzarsi per iniziative e progetti a favore dei consumatori. Dal 2005 ad oggi l’ammontare delle sanzioni irrogate dall’Autorità per l’energia è stato di 180.829.789,48 euro.
Lo scorso anno, inoltre, a 39 imprese di distribuzione e vendita sono state inflitte sanzioni per oltre 2 milioni di euro per aver inviato ai clienti finali bollette errate o scorrette, non avendo rispettato la regolazione dell’Autorità sulla corretta misurazione dei consumi di gas delle famiglie e delle imprese. Sempre nel 2009, è stato avviato un primo gruppo di istruttorie approfondite nei confronti di 23 operatori ai fini della vigilanza anti-rincari per la Robin Tax. A oggi, sono state oltre 600 le imprese dei settori energia elettrica, gas e petrolio sottoposte ai controlli: un compito particolarmente sfidante, tenuto conto che l’Autorità non ha potuto assumere nuovo personale per far fronte a questa ulteriore attività di vigilanza, comunque parte integrante della regolazione. Anche in Europa esistono diffusi fenomeni di povertà energetica. Secondo Eurostat, il 10 per cento delle famiglie comunitarie non può riscaldare adeguatamente la propria abitazione. Mentre in Italia cresce - secondo l’Istat - il numero di famiglie che non paga regolarmente le bollette. L’Autorità pensa di intervenire su questo fronte? Sono già stati adottati provvedimenti? Nel corso del 2009 sono diventate operative due nuove misure sociali a tutela delle fasce più deboli: il bonus gas e il bonus elettrico. I bonus rappresentano un significativo supporto riservato alle famiglie in difficoltà economica o numerose e, nel caso del bonus elettrico, anche a malati che utilizzano apparecchiature medicali salva vita. I due bonus sono cumulabili, garantendo così un sensibile aiuto a chi è più in difficoltà. Il bonus gas prevede uno sconto annuo del 15 per cento circa (al netto delle imposte) sulla bolletta del gas naturale a seconda della numerosità della famiglia e del tipo di consumo; il bonus elettrico consente una riduzione del 20 per cento circa della spesa per i consumi elettrici. I due bonus sono adattabili flessibilmente al mutare delle situazioni familiari dei beneficiari; rappresentano un sistema di solidarietà fra consumatori in grado di aiutare le famiglie bisognose attraverso un contributo del tutto marginale da parte di tutti gli altri, aziende comprese. Inoltre, aspetto di rilievo per il regolatore, i meccanismi adottati salvaguardano l’opportunità di libera scelta fra le offerte di mercato e l’interesse ad un utilizzo sempre più razionale dell’energia. |