Cina, un gigante anche nella rete elettrica |
di Alessandro Clerici- Presidente della task force internazionale del WEC sulle interconnessioni
►da Pechino
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THE CONTRIBUTION OF CHINA
IN UHV TRANSMISSION DEVELOPMENT
UHV transmission shows the way to the future with its advantages in transmitting more power over longer distance with higher efficiency, lower investment and smaller land occupation. Study on UHV transmission technology started in former Soviet Union, Japan and Italy in 1960s-1970s. In recent years, China together with other countries has been working on this area vigorously. State Grid Corporation of China (SGCC) has successfully launched the first commercial 1.000 kV UHV demonstration project in the world on January 6th, 2009, marking a milestone of innovation in the global power industry. It has validated the technology feasibility, equipment reliability, operation safety and environmental friendliness of UHV power transmission technology, and accumulated positive experience and thus laid a solid foundation for wider application of the technology around the world. It is inevitable for China to develop UHV power transmission technology with the context of the mismatch between energy resources and energy demand on one hand, and the need for trans-regional interconnection and the conservation for both energy and environment on the other hand.
The development of a strong power grid with UHV network as the backbone is of great significance to the sustainable development of the economy. The efforts and contribution of SGCC and its national and international partners in UHV transmission development are appreciable.The experience of China in this area is an important reference for many other countries in the world.
Sintesi dell’intervento di Liu Zhenya,
presidente SGCC, all’International Conference on UHV Transmission
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A fine giugno, mentre in Europa e negli Stati Uniti i termini crisi, disoccupazione e recessione ancora dominavano in qualsiasi dibattito economico o finanziario, l’Ocse rivedeva al rialzo le stime sull’andamento del prodotto interno lordo cinese, promettendo un più 7,7 per cento nell’anno in corso e un più 9,5 per cento nel 2010. Due numeri che, da soli, danno una precisa misura di come la Cina sia tuttora un mondo a parte rispetto al resto del Pianeta. Addirittura un altro universo se ci si limita alla questione energetica. Spesso, al riguardo, si fa riferimento alla produzione e ai progetti di potenziamento - davvero stratosferici - della capacità di generazione previsti nei prossimi dieci anni. Ma altrettanto sorprendenti sono i piani riservati alla trasmissione. Una necessità più che una scelta.
Nel Paese della grande Muraglia le aree di produzione (sia per l’idroelettrico sia per il carbone) sono localizzate in regioni diverse rispetto a quelle che registrano i picchi di consumo. E in Cina, parlare di regioni non contigue non è come pensare a Veneto e Piemonte o a Puglia e Lazio, per intendersi. Le distanze in gioco si misurano in parecchie migliaia di chilometri. Ad oggi la grande maggioranza dei trasporti cinesi riguarda la movimentazione del carbone su treni, dalle miniere alle centrali. E numerosi studi electricity vs coal transportation hanno confermato la convenienza di muovere il kWh piuttosto che il combustibile solido, evitando così molti problemi di logistica. Ma questo, naturalmente, impone sforzi titanici - tecnologici ancora prima che economici - per connettere le diverse aree.[...]
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