Gas, fuga dalla concorrenza con i saldi di fine stagione

di Giuseppe Gatti



È comprensibile la soddisfazione dell’industria energivora di fronte alla prospettiva di trovare tra i saldi di fine stagione anche 5 miliardi di metri cubi di gas a prezzi scontati. Altrettanto comprensibile è la protesta delle piccole e medie imprese e di tutto il mondo artigiano per essere esclusi da questa possibilità. Meno comprensibile è il silenzio dell’Eni di fronte alla norma inserita nel disegno di legge “anti-crisi” che prevede una nuova gas release, appunto per 5 miliardi di metri cubi, da assegnare sulla base di prezzi fissati dal ministero dello Sviluppo economico su proposta dell’Autorità, prendendo a riferimento il livello dei prezzi europei e i costi di approvvigionamento (di “difficile” reperimento, per opposizioni strategiche della stessa Eni).
Qualunque altra società avrebbe strillato come un’aquila a fronte di questa confisca di margini, ma c’è una spiegazione a tale acquiescenza, non riconducibile soltanto al fatto che il Governo rappresenta l’azionista di riferimento e protestare contro il proprio azionista non è mai facile e richiede un management con la schiena diritta e deciso a tutelare tutti i suoi azionisti, non solo quelli a cui deve la sua nomina.
Questa debolezza di Eni si era già colta del resto quando venne introdotta la Robin Hood Tax e nonostante la palese ingiustizia di un provvedimento di dubbia costituzionalità (l’imposizione fiscale deve basarsi sulla capacità contributiva, non sull’appartenenza ad un settore) non solo non levò il più flebile lamento, ma anzi, con eccesso di zelo decise un contributo aggiuntivo. [...]

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