Pacchetto energia, una chance da non sprecare |
di Andrea Molocchi - Amici della Terra
A molti mesi di distanza dal raggiungimento del compromesso fra Consiglio e Parlamento Europeo a dicembre 2008, il corposo pacchetto di provvedimenti noto come Pacchetto Energia è finalmente diventato legge comunitaria. Di esso fanno parte - solo per citare i provvedimenti più importanti - la nuova direttiva sulla promozione della fonti rinnovabili, quella di revisione del sistema comunitario di commercio delle quote di emissione (ETS), e la Decisione Effort Sharing, riguardante la ripartizione fra gli Stati membri degli impegni di riduzione delle emissioni di gas serra nei settori non ETS.
Non c’è qui lo spazio per illustrare i contenuti specifici dei singoli provvedimenti (una sintesi è disponibile sul sito www.amicidellaterra.it); vorremmo invece concentrare l’attenzione sulla portata generale del pacchetto e sulle scadenze che esso pone agli Stati membri. È chiaro, infatti, che i benefici di una politica improntata in maniera così netta all’innovazione e all’acquisizione di vantaggi competitivi per l’industria europea a livello globale dipenderanno dalla capacità degli Stati membri di rispondere tempestivamente a questa sfida con un mix di politiche attente non solo al rispetto dell’obiettivo formale, ma anche alla massimizzazione sostanziale delle opportunità sociali, economiche e ambientali.
Per efficientare il processo di adeguamento istituzionale e legislativo al pacchetto energia e clima occorre quindi un grosso sforzo di mobilitazione a livello nazionale e territoriale. Con una frase: occorrono capacità di buon governo. Anche se va sicuramente riconosciuto il fatto che il processo di legislazione comunitaria sinora attuato è incompleto e richiede un nuovo passaggio dopo la Conferenza Onu di Copenhagen, è chiaro che o l’Italia reagisce prontamente attrezzandosi in maniera tale da raccogliere la sfida, magari introducendo gli opportuni correttivi europei dal lato dell’efficienza energetica, oppure andrà incontro a un sicuro fallimento sistematico. Come può l’Italia attrezzarsi per affrontare la sfida su energia e clima? Un primo aspetto riguarda la consapevolezza della sfida, che allo stato attuale non è - e in futuro non deve essere - affatto limitata all’obiettivo di sviluppo nazionale delle fonti rinnovabili, come invece sia il position paper del Governo del 2007, sia buona parte del successivo dibattito nazionale ha continuato a enfatizzare. [...]
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