Calcolando il potenziale petrolifero...

di Riccardo Varvelli - Politecnico di Torino


È forse ancora troppo presto per affermarlo, ma è altamente probabile che il 2009 finirà con una produzione e un consumo mondiale di petrolio in contrazione rispetto al dato del 2008. Allora la produzione fu circa di 79 milioni di barili/giorno. Gli “strillatori” del catastrofismo energetico e i falsi profeti della fine del petrolio (ce ne sono tanti anche in Italia) avranno modo di dichiarare che avevano ragione e che il cosiddetto picco di Hubbert è stato finalmente raggiunto (come se ciò portasse gioia!). Costoro dimenticheranno invece (o non vorranno riconoscere) che la contrazione della produzione è dovuta semplicemente ad una improvvisa e non prevista riduzione dei consumi a causa della più grave crisi economico-finanziaria (che qualche d’uno vuole paragonare a quella del 1929-1932), scoppiata in maniera macroscopica nel quarto trimestre del 2008 ma già latente nei primi mesi dell’anno.
Questa crisi ha temporaneamente interrotto l’aumento della produzione di olio greggio, che nel periodo 2001-2008 è stata mediamente dell’1 per cento all’anno. Nello stesso periodo il prezzo del petrolio ha assunto un andamento anomalo, passando dai 30 dollari al barile ai 147 dollari dell’agosto 2008 con un aumento medio annuo del 25 per cento circa. Questo aumento sembrava essere la conferma della predizione (uso “predizione” e non “previsione” perché non supportata da alcuna verifica scientifica) del geologo Colin Campbell pubblicata nel marzo 1997 nel suo libro The Coming Oil Crisis (nel quale si dava per probabile il “picco” nell’anno 2003!), secondo la quale “quando la produzione petrolifera raggiungerà il suo picco, i prezzi del petrolio incominceranno a crescere inarrestabilmente fino a raggiungere valori inaccettabili per l’economia”. Il libro di Campbell ebbe un grande successo e una notevole diffusione soprattutto in assenza di studiosi conoscitori del mondo petrolifero che avessero voglia di fare da controcanto alla tesi del geologo. Se non parlarono gli studiosi, hanno parlato i fatti. [...]



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