La rete elettrica europea esigenze e fattibilità

di Davide Canevari


Guardando al sistema di trasmissione europeo è opinione condivisa che sia ormai inderogabile un sostanziale incremento dell’attuale capacità di trasporto. In linea teorica la situazione ideale sarebbe quella di un’Europa concepita come fosse un’immensa lamina di rame attraverso la quale gli elettroni possano muoversi da qualsiasi origine verso qualsivoglia direzione; in qualsiasi istante dagli impianti di generazione più economici (o meno inquinanti) verso gli utilizzatori.
La realtà è - comprensibilmente - parecchio differente. È quindi inevitabile cercare di conciliare, da una parte, le esigenze (anche ambientali) con le risorse che è possibile mettere in campo, specie nell’attuale contesto economico; dall’altra, le
ipotesi di natura prettamente tecnica e tecnologica con le reali possibilità di metterle in pratica in ambito territoriale. Su questo tema alcuni spunti sono emersi durante la recente conferenza di Bruxelles Electricity Grid Reliability alla quale hanno partecipato 400 esperti da 35 Paesi. Presente anche Alessandro Clerici, presidente onorario del WEC Italia e direttore della task force interconnessioni del WEC internazionale
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Ingegner Clerici, quale potrebbe essere il punto di incontro tra le esigenze teoriche e la fattibilità pratica?
È chiaro che occorrerà procedere per singoli step all’interno di un programma ben articolato; non possiamo certo pretendere un tangibile salto di qualità nel breve periodo. Occorre, poi, che a livello politico siano identificati dei corridoi ritenuti prioritari, così come è stato fatto per le linee ferroviarie. È altrettanto importante che ci sia un approccio coordinato e che si identifichino in primo luogo i colli di bottiglia esistenti. In Sicilia, per esempio, il limite attuale è quello dei 700 MW iniettabili dal Nord Africa; e la stessa situazione si può riscontare in Spagna.
È anche necessario superare la battaglia ideologica tra fonti rinnovabili e fonti convenzionali. Non devono essere più considerate come due alternative che si escludono a priori, ma come soluzioni complementari: la discontinuità delle rinnovabili può essere superata proprio ricorrendo alla capacità di back-up degli impianti convenzionali. Così come l’abbattimento delle emissioni di anidride carbonica che si è imposta l’Europa richiede anche una crescita delle fonti rinnovabili. Fatta questa premessa, è innegabile che proprio le rinnovabili abbiano originato alcune criticità, che ora devono essere tenute in considerazione nel ridisegnare il sistema elettrico continentale. [...]

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