Passato (quasi) prossimo

a cura di Giorgio Stilus

Primavera 1984. I venti di guerra che provengono dal Golfo Persico scuotono l'Italia dell'energia. Il Ministero dell'Industria, dalle colonne del Corriere, ostenta fiducia:"L'eventuale blocco del Golfo Persico non destabilizzerà il nostro sistema di approvvigionamenti petroliferi". E a maggiore garanzia aggiunge: "Stiamo ridimensionando il ruolo del greggio nella produzione di energia, grazie all'ampio ventaglio di diversificazione previsto dal piano nazionale." Mica briciole: 11 mila MW di nuove centrali a carbone, riconversione di impianti a olio combustibile per complessivi 8 mila MW, 12 MW di nucleare. Il 31 maggio, Francesco Corbellini, presidente Enel, aggiunge ottimismo all'ottimismo: "L'iter per la conversione delle centrali può considerarsi molto avanzato; anche sul programma elettronucleare speriamo di stringere i tempi".[...]

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