L'occidente accusa, ma la Russia ha le sue ragioni |
di Gianguido Piani
► da San Pietroburgo
Negli ultimi mesi la dose mediatica di notizie e commenti negativi sulla Russia ha superato di parecchio la norma. La Russia è accusata di espansionismo e di non prendere in considerazione ragioni e paure dell’Occidente. Tali accuse si basano però sul presupposto implicito che l’Occidente (con Stati Uniti al primo posto e Unione europea buona seconda) abbia sempre ragione, e il resto del mondo sempre torto. Nemmeno l’Occidente considera ragioni e paure della controparte, e su questa strada si rischia di spingere la Russia a ridiventare davvero il nemico storico, ruolo del quale essa farebbe volentieri a meno.
Una delle principali critiche avanzate alla Russia è il ruolo dello Stato nella gestione dell’economia, con Gazprom come esempio principale. A Bruxelles, Londra e Washington non piace che il Paese si ponga degli obiettivi e li persegua grazie ai proventi della vendita di idrocarburi e materie prime. Da diversi anni non manca editoriale del Financial Times o del Wall Street Journal che non chieda l’unbundling di Gazprom.
La visione dalla Russia è molto differente. Esattamente dieci anni fa, dopo il default dei buoni del tesoro russi e la forte svalutazione del rublo, il governo di Primakov e poi quello di Putin smisero di seguire i consigli della Banca mondiale e del Fondo monetario. Con la ripresa del controllo nazionale sulle decisioni economiche e grazie a scelte pragmatiche e intelligenti l’economia russa iniziò una fase di crescita che continua ancora oggi. Il fattore esogeno più importante è stato indubbiamente l’aumento dei prezzi di petrolio e gas, ma è anche innegabile che la nuova situazione sia stata gestita molto meglio da Putin di quanto non avrebbe fatto Eltsin. E oggi, a dieci anni di distanza, perfino gli Stati Uniti si trovano a dover promuovere massicci interventi pubblici nella propria economia.
Le critiche aprioristiche e ideologiche contro la Russia non hanno portato ad altro risultato che quello di far aumentare nel Paese l’irritazione contro arroganti maestri di vita, che però evitano di impegnarsi nella soluzione di problemi concreti. In Occidente si percepisce la dipendenza dalla Russia come fattore di rischio, ma anche in quest’ultima la dipendenza dall’Occidente non è più vista volentieri. [...]
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