Davvero difficile prevedere il futuro energetico

di G.B.Zorzoli


Difficile prevedere il futuroL’intreccio fra l’andamento dei prezzi del petrolio, che nel corso del 2008 si sono mossi prima al rialzo e poi al ribasso, in entrambi i casi con velocità superiori a quelle dei vagoncini sulla più spericolata delle montagne russe, e la crisi finanziaria esplosa negli Stati Uniti (con i suoi riflessi sull’economia reale del mondo intero) stanno rendendo difficili le previsioni perfino sul futuro energetico molto ravvicinato. Tuttavia per il futuro prossimo economico ed energetico sarebbe auspicabile che 90-100 dollari/barile rappresentino grosso modo il livello sotto il quale le quotazioni non scenderanno in modo stabile. Se così fosse, diventa possibile dare una risposta all’interrogativo che circola fra gli esperti in merito alla cosiddetta “distruzione della domanda”.

L’ormai quinquennale crescita, pur fra frequenti sussulti all’ingiù, delle quotazioni del barile ha indotto, e in quale misura, una contrazione della domanda sostanzialmente irreversibile, in quanto ha portato a cambiamenti strutturali e/o a variazioni ormai consapevolmente acquisite degli stili di vita di un numero significativo di consumatori? O, viceversa, la discesa dei prezzi energetici in buona misura provocata proprio dal loro precedente rincaro darà luogo al ben noto rebound effect, cioè a un rilancio dei consumi e quindi a un annullamento sostanziale del precedente calo della domanda? Se il barile rimarrà attestato intorno ai 90- 100 dollari, almeno nel caso dei cittadini statunitensi sussistono alcune buone ragioni che rendono probabile qualche effetto permanente sulla domanda. [...]

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