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Borghini: "Contratti di fornitura? Meglio pensare al lungo periodo" Stampa E-mail

di Dario Cozzi

Sicuramente l’aumento del petrolio e delle altre commodity energetiche a questo collegate ha influito negativamente sulle bollette dei grandi consumatori italiani, già fuori mercato rispetto alla media europea. Ma questa è una dinamica esogena, difficile da controllare (o bilanciare) a livello di singolo Paese. Nello specifico della realtà italiana, però, per spiegare le ragioni di un costo dell’energia elettrica sempre più elevato occorre rifarsi anche a elementi tipicamente nostrani. E non si tratta solamente dei classici e ben noti motivi quali il mix dei combustibili fortemente sbilanciato rispetto agli altri partner comunitari o l’abbandono del nucleare.
“È anche una questione di approccio alle forniture energetiche, con una visione prospettica troppo limitata”, commenta Roberto Borghini, amministratore delegato di Electrabel Italia SIM, società del Gruppo Electrabel/Suez. Che aggiunge: “Troppo spesso i grandi consumatori, industriali e non, scelgono contratti di fornitura energetica di breve periodo. Tutte le aziende di una certa dimensione, per il loro core business, fanno previsioni di lungo periodo ed elaborano piani industriali e di business pluriennali. Colpisce, quindi, che quando si parla di energia, ci sia invece un atteggiamento totalmente diverso”.

Quasi un vivere alla giornata? E con quali conseguenze?
In effetti, il comportamento tipo è quello di aspettare, ogni anno, fino all’ultimo minuto, per decidere se rinnovare il contratto col proprio fornitore o cercare un’offerta diversa, spesso migliore solo in apparenza. Solo una minoranza di soggetti, nella nostra esperienza, ha poi optato per contratti pluriennali. È chiaro, invece, che in questa fase dei mercati una visione di lungo periodo – con strategie di gestione dei rischi elaborate ad hoc – potrebbe portare benefici maggiori. Aziende come la nostra si stanno ponendo il problema di gestire attivamente i portafogli energetici, diffondendo la cultura della gestione del rischio, ma non è ancora facile far passare il messaggio al cliente. [...]

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