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Il prezzo del petrolio spinge l'Italia verso la crescita zero. Alternative? Stampa E-mail
di Edgrado Curcio

 

Le materie prime continuano la loro corsa, con un prezzo del petrolio che ha superato la soglia dei 110 dollari/barile (66 euro) con forti aumenti anche delle quotazioni dei combustibili e degli alimentari.
Ai livelli attuali, dice Confindustria, il caro petrolio sottrae 0,6 punti alla crescita del Pil, che in Italia è già molto bassa per una scarsa competitività delle nostre industrie e per una forte riduzione della spesa delle famiglie, causa l’eccessiva pressione fiscale (una delle più alte in Europa). Torna ad ampliarsi quindi il differenziale di crescita e di sviluppo tra l’Italia e il Vecchio Continente, dove per il 2008 è previsto un aumento del Pil mediamente del 2 per cento rispetto al 2007.
Perché in Italia, allora, la situazione è più critica, se l’aumento del prezzo del petrolio è un fenomeno mondiale che tocca tutte le economie dei Paesi consumatori? La risposta è data da un mix di fattori. Innanzitutto il nostro Paese ha una maggiore dipendenza energetica rispetto ad altri, perché i combustibili fossili rappresentano il 90 per cento del fabbisogno energetico e gli idrocarburi ne rappresentano ben il 78 per cento, contro il 62 per cento della media europea... [...]

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