Sono infinite le vie della mobilità sostenibile |
|
|
Sono infinite le vie della mobilità sostenibile
di Beatrice Ala, FEEM
La riduzione delle emissioni nei trasporti si è fatta perno di politiche energetiche e industriali, trainando l’introduzione di nuove norme, misure finanziarie e strategie energetiche. Anche perché le scadenze del 2030 e del 2050 si avvicinano
Nel 2020, non certo un anno in cui gli spostamenti sono stati da record, il
settore dei trasporti, tacciato di essere tra i più lenti nel decarbonizzare, ha rappresentato un quarto del consumo finale mondiale di energia ed è stato responsabile di circa il 21 per cento delle emissioni globali di anidride carbonica (CO₂), il principale gas a effetto serra.
Il trasporto su strada ha consumato circa l’80 per cento della domanda totale di energia del settore, seguito da quello marittimo (11 per cento) e dall’aviazione
(8 per cento). I carburanti derivati da fonti fossili hanno rappresentato il 91 per cento della domanda globale di energia per il settore dei trasporti. Nell’Unione Europea, autovetture e furgoni producono circa il 15 per cento del totale delle emissioni di CO₂.
Per decarbonizzare il parco automobilistico dell’UE sono state introdotte numerose norme; tuttavia, il grosso della strategia elaborata da Commissione e Parlamento europei è prioritariamente basato sulla sostituzione delle auto già in circolazione con vetture nuove, meglio se a emissioni zero (allo scarico).
Di fatto, almeno per ora, solo elettriche. Questo perché si confida nella progressiva crescita della quota di fonti rinnovabili nella generazione di energia elettrica, come del resto previsto da specifiche e numerose norme.
Tra queste, tuttavia, vi sono anche diverse disposizioni - da ultima la Renewable Energy Directive, (UE) 2023/2413, nota anche come RED III - che ha sostituito le precedenti del 2009 e del 2018 e che inserisce nella strategia di mobilità sostenibile anche i carburanti alternativi, tra cui i biocarburanti, individuati con l’obiettivo di sostituire almeno in parte quelli di origine fossile nel settore dei trasporti e di contribuire alla decarbonizzazione.
La Direttiva dedica ampio spazio al ruolo che i biocarburanti dovrebbero rivestire nel prossimo futuro della mobilità, prevedendo un loro incremento nel circuito dei trasporti. Secondo la RED III, infatti, la quota combinata di biocarburanti, biogas e combustibili rinnovabili di origine non biologica (RFNBO) nell’energia fornita al settore dei trasporti deve essere pari ad almeno l’1 per cento nel 2025 e il 5,5 per cento nel 2030, di cui una quota pari ad almeno l’1 per cento proveniente da combustibili rinnovabili di origine non biologica.[...]
PER LEGGERE L'ARTICOLO COMPLETO ABBONATI ALLA RIVISTA
© nuova-energia | RIPRODUZIONE RISERVATA
|
|