Università, presidio (vacillante) a difesa del pensiero |
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Università, presidio (vacillante)
a difesa del pensiero
di Roberto Napoli, emerito Politecnico di Torino e Consigliere Ordine Ingegneri Provincia di Torino
Viviamo tempi in cui predominano incertezza, paura e fragilità. Fra i luoghi più resilienti dovrebbero esserci le Università, dove conoscenza, curiosità e fiducia dovrebbero essere il miglior antidoto. Per molti versi l’Università è lo specchio di un Paese, del quale dovrebbe restituire l’immagine: in Italia le immagini proiettate dallo specchio universitario sono quelle di un Paese malinconicamente alla deriva.
Ultimamente gli Atenei sono saliti alla ribalta principalmente per una serie di agitazioni di gruppi studenteschi, talora inquinati da professionisti del contrasto sociale. Ciò è avvenuto e avviene in molte parti del mondo, ma in Italia la situazione è resa più complessa dal tradizionale contrasto guelfighibellini.
Sono abbastanza scontati gli scoppi estemporanei di odio sociale, puntualmente accompagnati da invocazioni alla non violenza e alla tolleranza. Deprimente è la pavidità di fronte a strambe richieste di inutili chiusure o esclusioni o attestazioni di posizioni politiche.
Ma qual è oggi lo stato delle Università italiane? Decisamente preoccupante; e non tanto per certe intemperanze giovanili, quanto piuttosto per il retaggio di banalità, furbizie e sostanziale tirare a campare. Insopprimibile è la voglia di guardarsi l’ombelico, con le eterne problematiche concorsuali.
È arrivato un nuovo decreto del ministro Anna Maria Bernini (n. 639 del 02-05-2024) per la classificazione delle competenze dei docenti ai fini concorsuali e delle successive attività didattiche. Esordiscono così i nuovi 190 Gruppi Scientifico Disciplinari (GSD), con associate erudite declaratorie che ne individuano competenze e limiti.
D’ora in poi, quindi, il bando per un concorso per una docenza dovrà inquadrare il docente in uno di questi GSD, che individuano il perimetro degli obblighi didattici e delle aree di ricerca. Questi 190 GSD prenderanno via via il posto dei 366 Settori Scientifici Tradizionali (SSD), sin qui utilizzati. Con il nuovo anno accademico ci sarà quindi un lavoro da fare per confezionare i piani di studio secondo i nuovi GSD e per ripartire i compiti didattici fra i docenti.[...]
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