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Di cosa parliamo quando parliamo di calore di scarto Stampa E-mail

Di cosa parliamo quando
parliamo di calore di scarto

di Ada Del Corno e Andrea Rossetti, RSE Spa - Ricerca sul Sistema Energetico


Nei processi produttivi si utilizzano quantità di energia termica in esubero rispetto a quelle assorbite dai processi stessi. Lo strumento di RSE per le valutazioni economiche degli interventi di recupero del calore per le reti di teleriscaldamento

In ambito residenziale e terziario, il 76 per cento dell’energia primaria per usi finali è utilizzato per la climatizzazione e la produzione di acqua calda sanitaria, secondo quanto riportato dal GSE nel documento Valutazione del potenziale nazionale e regionale di applicazione della cogenerazione ad alto rendimento e del teleriscaldamento efficiente. Il 70 per cento dell’energia utilizzata per il riscaldamento è generata da combustibili fossili, principalmente gas naturale per sistemi convenzionali (caldaie).

Nell’ambito della transizione energetica verso emissioni zero di CO
2, il sistema di teleriscaldamento e teleraffrescamento (TLR) può svolgere un ruolo importante nella decarbonizzazione di un settore così energivoro, perché consente livelli più elevati di efficienza energetica, un maggiore utilizzo di fonti energetiche rinnovabili programmabili e non programmabili, un utilizzo sinergico tra i vettori energetici termici, elettrici e gas, l’utilizzo di accumuli termici, e permette infine l’utilizzo di calore di recupero, del tutto assimilabile all’uso delle rinnovabili in quanto a zero emissioni addizionali.

Il TLR è particolarmente vantaggioso, rispetto ai sistemi decentralizzati, in aree con sufficiente densità di domanda energetica dove la qualità dell’aria è peggiore e sono importanti interventi locali di abbattimento delle emissioni. Il 37 per cento della volumetria riscaldata afferisce a Comuni con più di 250.000 abitanti e un restante 29 per cento a Comuni con popolazione compresa tra i 60.000 e i 250.000 abitanti.

Sempre secondo i dati resi disponibili dal GSE (Rapporto Teleriscaldamento e Teleraffrescamento), le reti di teleriscaldamento erogano 9,9 TWh annui, pari circa al 2 per cento del fabbisogno termico. L’Italia è tra i Paesi meno teleriscaldati d’Europa. Uno studio, svolto dal Politecnico di Torino e Milano per AIRU - Associazione Italiana Riscaldamento Urbano (Valutazione del potenziale di diffusione del teleriscaldamento efficiente sul territorio nazionale) con un focus su sistemi di nuova generazione con fonti di calore di scarto e rinnovabile, ha evidenziato la possibilità di espansione di questo settore.

Se infatti la richiesta termica per circa 114 TWh annui è tecnicamente fornibile dal TLR (è cioè relativa a edifici a cui è possibile allacciare il teleriscaldamento senza particolari interventi), ben 53 TWh risultano essere economicamente competitivi.[...]

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