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Social housing: se il cappotto mi sta stretto, non lo metto Stampa E-mail

Social housing: se il cappotto
mi sta stretto, non lo metto

di Carolina Gambino


Nella parabola economica, sociale, ambientale dell’energia, la centralità della casa non è più ignorabile. Sullo sfondo di un settore edilizio impreparato ad assorbire i contraccolpi del mercato e del clima, la riqualificazione è necessaria e urgente; ma non sempre efficace o ben accolta

Oltre il 90 per cento del parco edifici esistente produce più gas serra di quanto ammissibile dagli Accordi di Parigi, pari al 28 per cento del totale mondiale annuo di emissioni (dati dello United Nations Environmental Programme, 2022). Di questi, il settore residenziale è responsabile per il 6 per cento sotto forma di emissioni dirette e per l’11 per cento come indirette. Nel 2022 le abitazioni hanno consumato il 21 per cento dell’energia globale.

Nemmeno le nuove costruzioni sono del tutto innocenti. Costruire da zero aggiunge un 7 per cento alla torta delle emissioni edificio-correlate, a causa dell’utilizzo di materiali prodotti da settori hard-to-abate (cemento, acciaio, alluminio), con un’ulteriore 3 per cento imputabile all’utilizzo di laterizi e vetro, il che porta il totale attribuibile agli edifici nelle varie fasi di vita e utilizzo ad un 37 per cento globale.

Dove le percentuali vengono rilette in tonnellate, il risultato è un po’ difficile da digerire; il Rocky Mountain Institute (think-and-do- tank statunitense attivo dai primi anni ‘80 in 60 Paesi, con l’ambiente edificato tra gli ambiti principali di attività) stima ad esempio che le attività del settore edilizio residenziale USA producano ogni anno oltre 50 milioni di tonnellate di CO
2, pari a quelle dell’intera Norvegia, Perù, e Svezia messi insieme.

Chiaramente impensabile rimpiazzare tutto il vecchio con il nuovo, anche al netto delle ovvie considerazioni legate al consumo di suolo e valore storico ed economico del parco esistente. La scelta non è mai scontata.

Gli esperti del Carbon Leadership Forum ideatori di CARE - un retrofit estimator, ovvero uno strumento che partendo dalla stima delle emissioni intrinseche degli edifici lungo tutto l’arco della vita riesce a valutare la bontà delle ipotesi riqualificazione vs costruzione a nuovo - rilevano che generalmente la riqualificazione risulta quasi sempre l’opzione meno impattante. I dati - seppur vecchiotti - del 2017 indicano che efficientare l’esistente comporterebbe dal 50 al 75 per cento di emissioni in meno rispetto alla realizzazione di nuove costruzioni.[...]

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