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L’Intelligenza Artificiale rilancia il nucleare (in formato ridotto) Stampa E-mail

L’Intelligenza Artificiale rilancia
il nucleare (in formato ridotto)

di Giuseppe Gatti

SEMBRAVA AVVIATO A UN INESORABILE DECLINO E DESTINATO A SCOMPARIRE DALLA SCENA EUROPEA. INVECE, CON IL RIENTRO PRIMA NELLA TASSONOMIA E POI NEL NET-ZERO INDUSTRY ACT - E ASSUMENDO UNA CONFIGURAZIONE SMALL - IL NUCLEARE RITORNA IN EUROPA. ANCHE PERCHÉ SENZA L’ATOMO LA TRANSIZIONE È PIÙ LONTANA…

Dopo la condanna decretata da Angela Merkel nel 2011 sembrava ormai avviato a un inesorabile declino e destinato a scomparire dalla scena europea nel giro di pochi anni. Invece negli ultimi mesi il nucleare è tornato prepotentemente alla ribalta. Il 9 febbraio la Commissaria europea all’Energia Kadri Simson annunciava il varo dell’Alleanza industriale per i rettori di piccola taglia e il 15 marzo erano già più di 100 le adesioni da parte di operatori e istituzioni pubbliche e private.

La tenacia con cui la Francia ha lavorato in questi anni per riportare il nucleare nel salotto buono delle tecnologie pulite ha così colto un secondo importante successo. Il primo era stato raggiunto nel luglio del 2022, quando il Parlamento europeo aveva accolto la proposta della Commissione di revisione del Regolamento 2020/852 sulla Tassonomia delle attività economiche considerate sostenibili. Facciamo un passo indietro, per cogliere gli sviluppi di una vicenda rimasta per lo più ignorata dalla gran parte dell’opinione pubblica, ma anche da molti addetti ai lavori.

Come è noto, secondo gli impegni definiti dal Green Deal europeo i Paesi membri devono ridurre di almeno il 55 per cento le emissioni di gas serra entro il 2030, per arrivare allo zero netto nel 2050. In funzione di questi obiettivi si poneva il problema di offrire dei criteri uniformi e validi per tutto lo spazio economico europeo a cui potersi riferire nell’assumere le decisioni di investimento, alla luce del loro contributo alla sostenibilità ambientale e alla transizione energetica. Una sorta di mappa da mettere a disposizione dei governi, delle agenzie di rating, dei fondi, delle banche e degli investitori pubblici e privati.

Nasce così la Tassonomia delle attività economiche considerate sostenibili, per indirizzare e orientare gli investimenti in modo coerente verso la transizione.
La Tassonomia è inserita tra le dieci azioni della Strategia per la finanza, definita a sua volta dal Piano d’azione per finanziare la crescita sostenibile adottato nel 2018. Nello specifico, le dieci azioni sono raggruppate in tre categorie: riorientare i flussi di capitale verso investimenti sostenibili; gestire i rischi finanziari derivati dai cambiamenti climatici, l’esaurimento delle risorse, il degrado ambientale e le questioni sociali; promuovere la trasparenza e la visione di lungo termine nelle attività economicofinanziarie.

Con le definizioni presenti in Tassonomia si intende in buona sostanza creare sicurezza per gli investitori, ridurre il rischio greenwashing, e soprattutto si preme per spostare gli investimenti dove sono più necessari.

È evidente allora la rilevanza dell’inclusione di una attività nella Tassonomia, perché da questo parametro dipende in ultima istanza la bancabilità di ogni iniziativa ricompresa in quel settore; e in un’epoca in cui scarseggia la finanza corporate e domina quella di progetto, la finanziabilità è un prerequisito per ogni investimento. Quando si trattò di tradurre i criteri generali fissati con il Regolamento del 2020 in definizioni precise si sviluppò un confronto duro e serrato su due temi di grande rilevanza: nucleare e gas.

Da un lato il nucleare era considerato una fonte non inquinante, alla pari dell’eolico e del fotovoltaico, e quindi funzionale non solo ad una fase transitoria ma anche compatibile a regime con un mondo decarbonizzato.
Di contro si opponeva il principio di precauzione, a fronte dei rischi di sicurezza e la problematica connessa alla gestione delle scorie.[...]


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