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America Latina, transizione all inclusive Stampa E-mail

America Latina, transizione all inclusive

di Carolina Gambino

IL LATIN AMERICA ENERGY OUTLOOK DELLA IEA APRE UNA FINESTRA SU UNA DELLE DESTINAZIONI PIÙ PROMETTENTI PER LA TRANSIZIONE ECOLOGICA. UN VIAGGIO A CUI NON MANCA NULLA PER ESSERE UN SUCCESSO, MA IL CUI COSTO POTREBBE NON ESSERE ALLA PORTATA DI TUTTI. E SULLE SPIAGGE PIÙ RICERCATE DELL’ECONOMIA VERDE C’È IL RISCHIO DI TROVARE L’OMBRELLONE GIÀ OCCUPATO…

A riscaldare un po’ gli animi infreddoliti dalle afflizioni gas-centriche degli ultimi inverni ci ha provato la IEA: a novembre 2023 esce il Latin America Energy Outlook, il primo report in assoluto dedicato dall’Agenzia a questa regione del mondo. Lo studio offre un’analisi “esaustiva e approfondita”
dei 33 Paesi che compongono l’America Latina, sull’intera gamma di combustibili e tecnologie energetiche, e sul suo straordinario patrimonio di risorse - rinnovabili, petrolio e gas naturale, minerali critici.

È un attimo: la mente corre a paesaggi assolati; se non altro per ragioni di panorama, tutto sembra subito più verde. Stilato con il contributo di funzionari statali, partner locali, portatori di interesse di tutta la zona - 17 su 33 i Paesi che hanno collaborato attivamente alla sua stesura - il report scaturisce dall’esperienza pluridecennale della IEA nella gestione delle questioni e problematiche energetico-climatiche. Ci sono tutti i presupposti, precisa il direttore Fatih Birol, perché l’America Latina e i Caraibi possano giocare un ruolo outsized molto più ampio del previsto, ed essenziale nell’economia energetica globale.

In effetti, non manca nessuno degli ingred
ienti per una transizione sicura, rapida e a costi sostenibili. Biocarburanti in Brasile, idroelettrico sempre in Brasile, Venezuela, Messico, Colombia, Argentina, Paraguay; solare ed eolico “di alta qualità” in Brasile, Messico, Cile e Argentina; rame e litio in Cile, Perù, Argentina; scorte di petrolio e gas in Venezuela, Brasile, Colombia, Argentina, Messico, Guyana.

Il vantaggio naturale si misura subito sull’energy mix dell’intera regione: due terzi la quota di combustibili fossili, contro l’80 per cento di media globale, grazie a un 60 per cento di rinnovabili nella produzione di energia elettrica, con l’idroelettrico che domina con il 45 per cento. Nonostante i trasporti dipendano ancora primariamente dai carburanti tradizionali, la quota di biocarburanti nel trasporto su strada è il doppio della media mondiale. Il comparto energetico dei paesi LAC (Latin America and the Caribbean) inoltre, contribuisce dal 1971 solo per un 5 per cento alle emissioni di gas serra globali, pur rappresentando, nello stesso periodo, il 9 per cento del PIL mondiale.

L’elettricità latinoamericaraibica è già, sottolinea la IEA, una delle più pulite al mondo, con ottime chance di ulteriore miglioramento. Non mancano nemmeno l’idrogeno o la CCUS, seppur relegati a un ruolo più che marginale almeno fino al 2030. Tre gli scenari delineati dalla IEA per il futuro energetico dell’area LAC: lo STEPS – Stated Policies Scenario – che pesa i futuri sviluppi sulle misure già in atto o annunciate, senza darne per scontato il successo; l’APS, o Announced Pledges Scenario, dove l’evoluzione in campo energetico si basa invece sul presupposto di un pieno e puntuale raggiungimento delle ambizioni e degli impegni assunti da singoli Paesi e industria; e il classico Net Zero Emissions Scenario, a completamento o contraltare, ove applicabile, dei due precedenti.[...]

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